SaqqaraNox [NG]
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Before Hitler Came
Scritto da Fourthreich666
Si rimanda al presente thread per qualsiasi chiarimento relativo a questa traduzione.
Prima dell'arrivo di Hitler
“Nelle nostre mani, e soltanto nelle nostre mani, risiede il destino del popolo tedesco! Solo se innalzeremo il popolo tedesco attraverso il proprio lavoro, la propria industria, la propria determinazione e il proprio ardimento, la propria perseveranza, solo allora risorgeremo. Nei giorni passati anche i nostri Padri non hanno ricevuto la Germania come un dono, ma l’hanno creata da sé! Popolo tedesco, concedimi quattro anni e – te lo giuro – così come ho accettato questo incarico, così lo lascerò allora. Poiché non l’ho assunto per guadagno o per salario, ma solo per il vostro bene!” – Il Führer, il Cancelliere del Reich, Adolf Hitler
La Germania nazista si stava dirigendo verso una società libera dall’ebraismo e molto collegata all’età dell’oro della Grecia e di Roma. Per questo gli ebrei lo fermarono. Hitler e il Terzo Reich realizzarono in sei anni ciò che oggi richiederebbe decenni nei nostri governi.
Quando Hitler arrivò, la disoccupazione, la condizione di persone senza una propria abitazione, la criminalità e la fame erano dilaganti. Il denaro divenne inutile. Questo, naturalmente, fu causato dagli ebrei. Un dollaro statunitense equivaleva a 4,2 trilioni di marchi tedeschi e, a causa dei codardi socialisti che firmarono il Trattato di Versailles, la Germania doveva 33 miliardi di dollari statunitensi in riparazioni. Gli Stati Uniti prestavano denaro alla Germania affinché potesse ripagare, motivo per cui la Germania soffrì gravemente durante la grande depressione del 1929, e il frequente cambiamento di governo non aiutò. A peggiorare le cose, più di 1.250.000 uomini morirono; 4.250.000 furono feriti. Né l’Armistizio pose fine al massacro: prima che il blocco alleato fosse revocato, un altro milione di persone era perito per la fame. Dal corpo continentale della Germania, il Trattato di Versailles sottrasse il 10 per cento della popolazione e il 12 per cento del territorio, compreso un quarto dei suoi giacimenti di carbone e tre quarti dei suoi giacimenti di ferro. Per quanto riguarda il commercio d’oltremare, tutte le sue colonie furono confiscate, così come l’80 per cento della sua flotta mercantile. Le furono sottratte centinaia di migliaia di capi di bestiame e di pollame, una larga parte del suo materiale rotabile ferroviario e delle sue chiatte.
Nel giro di pochi anni dopo la crisi si erano verificati 224.000 suicidi. I leader socialisti della Repubblica di Weimar, quando le cose andavano bene, proclamavano di essere eroi, di aver salvato la Germania per sempre. Dove erano quando la patria aveva più bisogno di tali eroi? Dove erano quando le persone vivevano per strada? La risposta è che cenavano con gli ebrei e mangiavano pasti di tre portate. Promisero e promisero, ma non offrirono altro che parole vuote, che non potevano nutrire nessuno. Ecco il resoconto di un romanziere britannico, che viveva a Berlino all’epoca: mattina dopo mattina, in tutta l’immensa, umida e desolante città e nelle colonie di baracche fatte con casse da imballaggio negli orti suburbani, giovani uomini si svegliavano per affrontare un’altra giornata vuota e senza lavoro, da trascorrere come meglio riuscivano a escogitare: vendendo lacci da scarpe, mendicando, giocando a dama nell’atrio dell’Ufficio di collocamento, bighellonando attorno agli orinatoi, aprendo le portiere delle automobili, aiutando con le casse al mercato, chiacchierando, oziando, rubando, origliando consigli sulle corse, condividendo mozziconi di sigarette raccolti nella strada. La classe ricca divenne classe media, la classe media divenne contadina e i contadini divennero mendicanti; la caduta di una classe dopo l’altra fu senza limiti e inarrestabile, solo una rimase, ed erano naturalmente gli ebrei, che stavano spingendo la povertà e il comunismo in Germania. Il presidente della Reichsbank, Hjalmar Horace Greeley Schacht, considerato una leggenda, si ritirò e divenne portavoce di Morgan, un banchiere che aveva forti legami con gli ebrei, come i Rothschild.
Entro dicembre 1929, 6 milioni di tedeschi erano disoccupati. A questo punto, Hitler e l’NSDAP stavano diventando sempre più popolari e cominciarono a rendersi davvero conto del fatto che la Germania stava scivolando nelle mani dei comunisti. Hitler disse una volta: “costantemente, lentamente, ma sicuramente scivolando sempre di più verso condizioni di comunismo”.
Nel 1932, questa era la situazione della Germania: “…la produzione tedesca era al cinquantacinque per cento di ciò che era stata nel 1928. Quasi il settantacinque per cento dell’industria era fermo. Tra gennaio 1920 e gennaio 1933, le importazioni diminuirono di due terzi e le esportazioni di quasi la metà. In tre anni, 7.290.000,00 dollari erano stati sottratti ai redditi dei lavoratori. Il salario settimanale medio, nel giro di diciotto mesi, era stato ridotto da 10,24 dollari a 5,48 dollari. Il sussidio di disoccupazione era di 9 dollari al mese. La tassazione paralizzava i lavoratori e i poveri: tassa di crisi, tassa di occupazione, tassa personale, tassa sul sale, imposta sul fatturato per il piccolo commerciante. D’altra parte, però, al grande magnate erano stati concessi aiuti finanziari per un ammontare di 699.840.000 dollari. A questo punto i disoccupati erano quasi sette milioni e vi erano 300 suicidi alla settimana”.
Un terzo della Germania cercava di sopravvivere con 40 pfennig al giorno e i sussidi di disoccupazione erano limitati a 6 mesi. Il 25% del salario dei lavoratori era stato tagliato e il 21% di essi guadagnava tra 100 e 250 marchi al mese; il 69,2% di loro, nel gennaio del 1933, percepiva meno di 1.200 marchi all’anno. Si stimava che non più di circa 100.000 tedeschi riuscissero a vivere senza preoccupazioni finanziarie. La maggior parte di questi erano ebrei. Quanto sopra evidenzia i punti principali; per maggiori dettagli, leggere le parti di questo articolo di Leon Degrelle che parlano degli anni precedenti l’arrivo di Hitler:
www.ihr.org
“Abbiamo il potere. Ora inizia il nostro gigantesco lavoro”. – Adolf Hitler, 20 gennaio 1933
Fonti:
[1] Article: Hitler rescued German economy before WWII
[2] Worker's Liberty: Before Hitler came to power Part 1
[3] Article: Hitler rescued German economy before WWII
[4] Alpha History: The Great Depression in Germany
Alpha History: La grande depressione in Germania - https://it.alphahistory.com/weimarrepublic/grande-Depressione/
[5] CLR James: World Revolution
[6] Leon Degrelle: The First Years of the Reich
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Ave Wotan! Ave Amon Ra! Ave Horus! Ave Hitler! Ave Himmler! Sieg Heil! “Sangue e onore” - Fourthreich666 http://www.naziarchive.weebly.com/
Scritto da Fourthreich666
Si rimanda al presente thread per qualsiasi chiarimento relativo a questa traduzione.
Prima dell'arrivo di Hitler
“Nelle nostre mani, e soltanto nelle nostre mani, risiede il destino del popolo tedesco! Solo se innalzeremo il popolo tedesco attraverso il proprio lavoro, la propria industria, la propria determinazione e il proprio ardimento, la propria perseveranza, solo allora risorgeremo. Nei giorni passati anche i nostri Padri non hanno ricevuto la Germania come un dono, ma l’hanno creata da sé! Popolo tedesco, concedimi quattro anni e – te lo giuro – così come ho accettato questo incarico, così lo lascerò allora. Poiché non l’ho assunto per guadagno o per salario, ma solo per il vostro bene!” – Il Führer, il Cancelliere del Reich, Adolf Hitler
La Germania nazista si stava dirigendo verso una società libera dall’ebraismo e molto collegata all’età dell’oro della Grecia e di Roma. Per questo gli ebrei lo fermarono. Hitler e il Terzo Reich realizzarono in sei anni ciò che oggi richiederebbe decenni nei nostri governi.
Quando Hitler arrivò, la disoccupazione, la condizione di persone senza una propria abitazione, la criminalità e la fame erano dilaganti. Il denaro divenne inutile. Questo, naturalmente, fu causato dagli ebrei. Un dollaro statunitense equivaleva a 4,2 trilioni di marchi tedeschi e, a causa dei codardi socialisti che firmarono il Trattato di Versailles, la Germania doveva 33 miliardi di dollari statunitensi in riparazioni. Gli Stati Uniti prestavano denaro alla Germania affinché potesse ripagare, motivo per cui la Germania soffrì gravemente durante la grande depressione del 1929, e il frequente cambiamento di governo non aiutò. A peggiorare le cose, più di 1.250.000 uomini morirono; 4.250.000 furono feriti. Né l’Armistizio pose fine al massacro: prima che il blocco alleato fosse revocato, un altro milione di persone era perito per la fame. Dal corpo continentale della Germania, il Trattato di Versailles sottrasse il 10 per cento della popolazione e il 12 per cento del territorio, compreso un quarto dei suoi giacimenti di carbone e tre quarti dei suoi giacimenti di ferro. Per quanto riguarda il commercio d’oltremare, tutte le sue colonie furono confiscate, così come l’80 per cento della sua flotta mercantile. Le furono sottratte centinaia di migliaia di capi di bestiame e di pollame, una larga parte del suo materiale rotabile ferroviario e delle sue chiatte.
Nel giro di pochi anni dopo la crisi si erano verificati 224.000 suicidi. I leader socialisti della Repubblica di Weimar, quando le cose andavano bene, proclamavano di essere eroi, di aver salvato la Germania per sempre. Dove erano quando la patria aveva più bisogno di tali eroi? Dove erano quando le persone vivevano per strada? La risposta è che cenavano con gli ebrei e mangiavano pasti di tre portate. Promisero e promisero, ma non offrirono altro che parole vuote, che non potevano nutrire nessuno. Ecco il resoconto di un romanziere britannico, che viveva a Berlino all’epoca: mattina dopo mattina, in tutta l’immensa, umida e desolante città e nelle colonie di baracche fatte con casse da imballaggio negli orti suburbani, giovani uomini si svegliavano per affrontare un’altra giornata vuota e senza lavoro, da trascorrere come meglio riuscivano a escogitare: vendendo lacci da scarpe, mendicando, giocando a dama nell’atrio dell’Ufficio di collocamento, bighellonando attorno agli orinatoi, aprendo le portiere delle automobili, aiutando con le casse al mercato, chiacchierando, oziando, rubando, origliando consigli sulle corse, condividendo mozziconi di sigarette raccolti nella strada. La classe ricca divenne classe media, la classe media divenne contadina e i contadini divennero mendicanti; la caduta di una classe dopo l’altra fu senza limiti e inarrestabile, solo una rimase, ed erano naturalmente gli ebrei, che stavano spingendo la povertà e il comunismo in Germania. Il presidente della Reichsbank, Hjalmar Horace Greeley Schacht, considerato una leggenda, si ritirò e divenne portavoce di Morgan, un banchiere che aveva forti legami con gli ebrei, come i Rothschild.
Entro dicembre 1929, 6 milioni di tedeschi erano disoccupati. A questo punto, Hitler e l’NSDAP stavano diventando sempre più popolari e cominciarono a rendersi davvero conto del fatto che la Germania stava scivolando nelle mani dei comunisti. Hitler disse una volta: “costantemente, lentamente, ma sicuramente scivolando sempre di più verso condizioni di comunismo”.
Nel 1932, questa era la situazione della Germania: “…la produzione tedesca era al cinquantacinque per cento di ciò che era stata nel 1928. Quasi il settantacinque per cento dell’industria era fermo. Tra gennaio 1920 e gennaio 1933, le importazioni diminuirono di due terzi e le esportazioni di quasi la metà. In tre anni, 7.290.000,00 dollari erano stati sottratti ai redditi dei lavoratori. Il salario settimanale medio, nel giro di diciotto mesi, era stato ridotto da 10,24 dollari a 5,48 dollari. Il sussidio di disoccupazione era di 9 dollari al mese. La tassazione paralizzava i lavoratori e i poveri: tassa di crisi, tassa di occupazione, tassa personale, tassa sul sale, imposta sul fatturato per il piccolo commerciante. D’altra parte, però, al grande magnate erano stati concessi aiuti finanziari per un ammontare di 699.840.000 dollari. A questo punto i disoccupati erano quasi sette milioni e vi erano 300 suicidi alla settimana”.
Un terzo della Germania cercava di sopravvivere con 40 pfennig al giorno e i sussidi di disoccupazione erano limitati a 6 mesi. Il 25% del salario dei lavoratori era stato tagliato e il 21% di essi guadagnava tra 100 e 250 marchi al mese; il 69,2% di loro, nel gennaio del 1933, percepiva meno di 1.200 marchi all’anno. Si stimava che non più di circa 100.000 tedeschi riuscissero a vivere senza preoccupazioni finanziarie. La maggior parte di questi erano ebrei. Quanto sopra evidenzia i punti principali; per maggiori dettagli, leggere le parti di questo articolo di Leon Degrelle che parlano degli anni precedenti l’arrivo di Hitler:
How Hitler Consolidated Power in Germany
How Hitler Consolidated Power in Germany and Launched A Social Revolution The First Years of the Third Reich By Léon Degrelle I. Who Would End the Bankruptcy? “We have the power. Now our gigantic work begins.” Those were Hitler’s words on the night of January 30, 1933, as cheering crowds...
“Abbiamo il potere. Ora inizia il nostro gigantesco lavoro”. – Adolf Hitler, 20 gennaio 1933
Fonti:
[1] Article: Hitler rescued German economy before WWII
[2] Worker's Liberty: Before Hitler came to power Part 1
[3] Article: Hitler rescued German economy before WWII
[4] Alpha History: The Great Depression in Germany
Alpha History: La grande depressione in Germania - https://it.alphahistory.com/weimarrepublic/grande-Depressione/
[5] CLR James: World Revolution
[6] Leon Degrelle: The First Years of the Reich
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Ave Wotan! Ave Amon Ra! Ave Horus! Ave Hitler! Ave Himmler! Sieg Heil! “Sangue e onore” - Fourthreich666 http://www.naziarchive.weebly.com/