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Sensi astrali e psicofarmaci

Il sistema nervoso centrale (SNC) è considerato lo specchio fisico attraverso cui la struttura spirituale si riflette e si manifesta nella realtà materiale.

Gli psicofarmaci (antidepressivi, ansiolitici, stabilizzatori dell’umore) agiscono spesso calmando o sopprimendo l’attività del sistema nervoso centrale, in quanto modificano l’equilibrio chimico del cervello, ovvero il modo in cui i neurotrasmettitori (come serotonina) agiscono e comunicano tra i neuroni.

Ogni struttura spirituale o energetica ha una sua corrispondenza concreta nel corpo fisico, in particolare nel sistema nervoso centrale.
Prendiamo il caso del terzo occhio. Sappiamo che si riflette nel corpo fisico nella ghiandola pineale, nella corteccia prefontale e nei nervi ottici (visione). Quindi qualsiasi psicofarmaco vada ad alterare quest'ultimi, andrà di conseguenza a modificare l'attività del terzo occhio.

Per esempio: fisicamente la ghiandola pineale produce melatonina e regola il ritmo sonno-veglia. Dal punto di vista spirituale è la sede dell’intuizione, visione interiore ecc. Un antidepressivo aumenta i livelli di serotonina nel cervello, ma l'alterazione artificiale della serotonina può disturbare il naturale ritmo della produzione di melatonina (essendo questa sintetizzata dalla serotonina) nella ghiandola pineale. Questo potrebbe causare difficoltà nel raggiungere stati meditativi profondi ed influenzare la percezione che abbiamo delle cose, rendendo alcune intuizioni meno affidabili o influenzate da stati emotivi non equilibrati.

D'altro canto, se una persona presenta uno squilibrio neurochimico e assume psicofarmaci per stabilizzarlo, teoricamente ciò porterebbe ad un riequilibrio della chimica cerebrale, favorendo la riapertura del "ponte" tra corpo, mente e spirito, che prima risultava disturbato. Qui però, ci sono diversi fattori da considerare, nello specifico il tipo di farmaco, dosaggio, durata del trattamento, indicatori che accentuano il divario tra teoria e pratica, rendendo difficile verificare se ciò che funziona in teoria sia applicabile nella realtà.
 
Il sistema nervoso centrale (SNC) è considerato lo specchio fisico attraverso cui la struttura spirituale si riflette e si manifesta nella realtà materiale.

Gli psicofarmaci (antidepressivi, ansiolitici, stabilizzatori dell’umore) agiscono spesso calmando o sopprimendo l’attività del sistema nervoso centrale, in quanto modificano l’equilibrio chimico del cervello, ovvero il modo in cui i neurotrasmettitori (come serotonina) agiscono e comunicano tra i neuroni.

Ogni struttura spirituale o energetica ha una sua corrispondenza concreta nel corpo fisico, in particolare nel sistema nervoso centrale.
Prendiamo il caso del terzo occhio. Sappiamo che si riflette nel corpo fisico nella ghiandola pineale, nella corteccia prefontale e nei nervi ottici (visione). Quindi qualsiasi psicofarmaco vada ad alterare quest'ultimi, andrà di conseguenza a modificare l'attività del terzo occhio.

Per esempio: fisicamente la ghiandola pineale produce melatonina e regola il ritmo sonno-veglia. Dal punto di vista spirituale è la sede dell’intuizione, visione interiore ecc. Un antidepressivo aumenta i livelli di serotonina nel cervello, ma l'alterazione artificiale della serotonina può disturbare il naturale ritmo della produzione di melatonina (essendo questa sintetizzata dalla serotonina) nella ghiandola pineale. Questo potrebbe causare difficoltà nel raggiungere stati meditativi profondi ed influenzare la percezione che abbiamo delle cose, rendendo alcune intuizioni meno affidabili o influenzate da stati emotivi non equilibrati.

D'altro canto, se una persona presenta uno squilibrio neurochimico e assume psicofarmaci per stabilizzarlo, teoricamente ciò porterebbe ad un riequilibrio della chimica cerebrale, favorendo la riapertura del "ponte" tra corpo, mente e spirito, che prima risultava disturbato. Qui però, ci sono diversi fattori da considerare, nello specifico il tipo di farmaco, dosaggio, durata del trattamento, indicatori che accentuano il divario tra teoria e pratica, rendendo difficile verificare se ciò che funziona in teoria sia applicabile nella realtà.

Da persona che ha assunto psicofarmaci in passato posso confermare che se il dosaggio è elevato potrebbe ostacolare l'apertura dei sensi astrali, ma se è corretto fine solo a risolvere un determinato problema allora ha funzionato, ovviamente varia da persona a persona, ne sono uscito finalmente da anni e ora non sono più dipendente da psicofarmaci, la cosa migliore è andare sotto completa supervisione da parte di un medico bravo e lo psicofarmaco alla fine in un modo o nell'altro dovrebbe essere rimosso come sono riuscito a fare e mi sento molto meglio, non posso lamentarmi, ripeto che la situazione però può variare da persona a persona.
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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