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[Trad] Enheduanna

SaqqaraNox [NG]

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Enheduanna
Somma Sacerdotessa

enheduanna.png


Enheduanna, traslitterata anche come En-hedu-ana, fu una principessa accadica che visse approssimativamente tra il 2285 e il 2250 a.E.V. È ampiamente riconosciuta come la più antica autrice conosciuta per nome, na Somma Sacerdotessa di immensa influenza religiosa e politica, e un’innovatricе letteraria le cui opere plasmarono il panorama spirituale e culturale della Mesopotamia per secoli. La sua vita e la sua eredità sono intrecciate con l’ascesa dell’Impero accadico sotto suo padre, Sargon di Akkad, e con il complesso processo di unificazione delle tradizioni sumeriche e accadiche.


PRIMA VITA, NOMINA A SOMMA SACERDOTESSA

Enheduanna nacque nella casa reale di Sargon di Akkad, fondatore dell’Impero accadico, intorno al 2285 a.E.V. Sua madre è talvolta identificata come Tashlultum, sebbene i dettagli restino incerti. Il nome “Enheduanna” è una frase sumerica che significa “somma sacerdotessa, ornamento del cielo” oppure “somma sacerdotessa degna del cielo”, un titolo che probabilmente adottò al momento della sua nomina al sacerdozio. Poco è documentato riguardo alla sua infanzia, ma la sua discendenza reale la collocò come elemento catalizzatore per l’unificazione politica e culturale. Le conquiste di Sargon, inclusa la sconfitta di Lugal-zage-si di Uruk intorno al 2334 a.E.V., prepararono il terreno per la sua nomina.

Il periodo della vita di Enheduanna coincise con il consolidamento dell’Impero accadico, il primo vero impero del mondo (almeno secondo la storia accademicamente accettata), che unificò le città-stato sumeriche della Mesopotamia meridionale con il nord di lingua accadica sotto il dominio di Sargon (ca. 2334–2279 a.E.V.). Il regno di Sargon fu caratterizzato da conquiste militari, innovazione amministrativa e dall’integrazione deliberata delle diverse culture e concezioni degli Dèi che componevano il suo impero. La stabilità dell’impero dipendeva non solo dalla potenza militare, ma anche dalla riuscita fusione delle tradizioni sumeriche e accadiche, in particolare nella sfera religiosa.

Per consolidare il suo controllo sul sud sumerico, Sargon nominò Enheduanna Entu (Somma Sacerdotessa) del Dio lunare Nanna (conosciuto anche come Sin) nella grande città di Ur. Questa fu, naturalmente, una mossa strategica saggia da parte di Sargon, poiché la carica di Entu era la più alta posizione religiosa a Ur ed era tradizionalmente riservata alle donne di stirpe reale. L’Entu era considerata la sposa umana simbolica del Dio Nanna, partecipava ai riti del matrimonio sacro e agiva da intermediaria vitale tra il regno divino e quello terreno.

L’insediamento di Enheduanna in questo ruolo fu al tempo stesso un atto religioso e politico, concepito per fare da ponte tra le culture sumerica e accadica e legittimare il dominio di Sargon nel sud. Nelle stesse parole di Enheduanna:

“Io sono Enheduanna, la sacerdotessa en di Nanna”.


IL RUOLO DELLA SACERDOTESSA ENTU A UR

Enheduanna risiedeva nel giparu, la dimora ufficiale della sacerdotessa Entu, situata all’interno del recinto sacro di Ur, adiacente alla grande ziqqurat del Dio Nanna. Il giparu non era soltanto una residenza, ma anche un centro di ritualità, amministrazione e gestione economica. Comprendeva quartieri abitativi, cappelle, un cimitero per le sacerdotesse defunte e strutture per la preparazione delle offerte e la gestione delle proprietà del tempio.

Il principale dovere religioso dell’Entu era, come già menzionato, quello di servire come consorte umana simbolica di Nanna, partecipando al rito annuale del matrimonio sacro, che simboleggiava l’unione del divino e del terreno ed era ritenuto garantire la continua fertilità e prosperità della terra. L’Entu svolgeva inoltre rituali quotidiani, osservava e registrava il movimento dei corpi astronomici, preparava le offerte, praticava il culto devozionale alla Dea Ningal (sposa divina di Nanna e considerata madre di Ishtar e Shamash) e pregava per la vita e la prosperità del re e della comunità nel suo insieme.

Va notato che molti, in epoca moderna, hanno una visione annacquata del sacerdozio, probabilmente immaginando un predicatore cristiano o islamico che fa poco più che citare i rispettivi testi sacri. Per gli antichi, tuttavia, essere sacerdote significava essere altamente istruiti, forse anche in matematica e nelle scienze, e Enheduanna non avrebbe fatto eccezione. Parte del suo servizio a Nanna consisteva nel mantenimento del calendario lunare, nell’allineare correttamente i mesi lunari con i cicli stagionali e nell’eseguire osservazioni astronomiche di carattere divinatorio. Non è inoltre azzardato considerare che, in quanto Somma Sacerdotessa, ella contribuisse a supervisionare la matematica del tempio che garantiva che le costruzioni seguissero precisi ordini rituali. Si può cogliere l’importanza della matematica rituale semplicemente considerando l’Inno 42 della stessa Enheduanna, che loda la Dea Nisaba (Dea della scrittura, della contabilità, della misurazione e del grano), la quale “misura i cieli a cubiti” e “percuote la verga di misurazione avvolta sulla terra”.

Oltre al suo ruolo religioso, Enheduanna amministrava le vaste proprietà legate al giparu, supervisionando le terre agricole, la raccolta delle offerte e l’amministrazione del personale e delle risorse del tempio. La sacerdotessa Entu possedeva un proprio sigillo, poteva avviare procedimenti legali ed era responsabile del benessere economico del complesso templare. Questa posizione la collocava seconda solo al re in termini di autorità all’interno della città-stato.

Come detto, la carica di Entu era sempre detenuta da donne di sangue reale, rafforzando il legame tra la dinastia regnante e il divino. Servendo come moglie umana di Nanna e incarnazione di Ningal, le azioni di Enheduanna avevano autorità divina e legittimavano il governo di suo padre e dei suoi successori. La sua presenza a Ur rappresentava un segno visibile del potere accadico e un mezzo per integrare le tradizioni religiose sumeriche nel quadro imperiale.


MANDATO E REALIZZAZIONI DI ENHEDUANNA

Il mandato di Enheduanna come Somma Sacerdotessa, come già accennato, fu caratterizzato dai suoi sforzi per sintetizzare le tradizioni religiose sumeriche e accadiche. Ella svolse un ruolo fondamentale nell’elevare la Dea sumerica Inanna (in seguito identificata con l’accadica Ishtar) a una posizione di suprema autorità all’interno del pantheon, fondendo le sue caratteristiche con quelle della Dea accadica e promuovendola come “Regina del Cielo”. Questo sincretismo religioso fu cruciale per la coesione dell’impero, poiché forniva un quadro spirituale condiviso per le diverse popolazioni di fazioni tribali.

Inoltre, a Enheduanna è attribuito un corpus di opere letterarie che costituiscono i primi esempi di autorialità firmata nella storia accademica mondiale. Tra i suoi scritti si annovera:

L’Esaltazione di Inanna (Nin-me-šara): un inno di 153 versi che unisce la lode a Inanna a elementi autobiografici, inclusi l’esilio di Enheduanna e la sua successiva restaurazione grazie alla benedizione di Inanna, con la dea ringraziata per aver generato lo stesso poema in risposta alla salvezza personale di Enheduanna.

L’Esaltazione di Inanna (Nin-me-šara)

“Signora di tutti i poteri divini! Signora della luce splendida! Giusta Signora avvolta nella radianza celeste! Amata Signora di An e Uraš! Ierodula di An, adornata dal sole e gioielli! Padrona del Cielo con il sacro diadema, che ama il bel copricapo degno della carica della sua Somma Sacerdotessa!”.

La signora dal grande cuore (Inninsagurra): un inno che esalta ulteriormente le virtù e i poteri di Inanna.

La Signora dal Grande Cuore (Inninsagurra)

“La signora dal grande cuore, la dama impetuosa, superba tra gli Dèi Anuna e preminente in tutte le terre, la grande figlia di Suen, esaltata tra i Grandi Principi (nome degli Dèi Igigi), la magnifica signora che raccoglie i poteri divini del cielo e della terra e rivaleggia con il grande An, è la più potente tra i grandi Dèi — ella rende definitivi i loro verdetti. Gli Dèi Anuna strisciano davanti alla sua parola augustea, il cui corso ella non lascia conoscere ad An; egli non osa procedere contro il suo comando. Ella muta la propria azione, e nessuno sa come essa avverrà. Ella rende perfetti i grandi poteri divini, tiene il bastone del pastore, ed è la loro magnifica, preminente sovrana. Ella è un’enorme catena che si abbatte sugli Dèi della Terra. Il suo grande terrore ricopre la grande montagna e appiana le strade”.

Inanna ed Ebih (In-nin me-huš-a): un poema mitico che descrive la conquista, da parte di Inanna, della montagna Ebih, enfatizzando la sua perizia marziale.

“Dea dei terribili poteri divini, ammantata di terrore, cavalcando i grandi poteri divini, Inanna, resa completa dalla forza della santa arma ankar, intrisa di sangue, precipitandoti nelle grandi battaglie, con lo scudo posato a terra, avvolta da tempesta e diluvio, grande signora Inanna, che sai bene come pianificare i conflitti, distruggi terre potenti con freccia e forza e sottometti le terre”.

Gli Inni dei Templi: una raccolta di 42 inni rivolti ai templi e alle loro Divinità tutelari in tutta la Sumer e l’Akkad, che costituisce la prima antologia poetica conosciuta nella storia accademica.

“O possente Kec, forma del cielo e della terra, che susciti terrore come una grande vipera cornuta, dimora di Ninhursaja, costruito in un luogo terrificante! Venerato Kec, il tuo interno è un interno profondo mentre il tuo esterno è elevato. Grande leone, sull’alto pianoro e errante nella pianura, grande collina stabilita da incantesimi, interno crepuscolare in cui la luce della luna non risplende, Nintud ti ha reso bello — O dimora Kec, la tua muratura e la sua modellazione! La tua terrazza! Il tuo esterno, una splendente corona suh, e la sua edificazione! La tua principessa, la principessa che impone il silenzio, la vera e grande signora del cielo — quando parla il cielo trema, quando apre la bocca vi è devastazione — Aruru, sorella di Enlil, ha eretto una dimora nel tuo recinto sacro, o dimora Kec, e ha preso posto sul tuo podio”.

Inni a Nanna: due inni molto frammentari (soprattutto nel secondo caso) dedicati specificamente al Dio della Luna Nanna. Essi descrivono la ribellione della città di Ur contro la Dea Inanna e il ruolo di Nanna nel punirla. L’inno utilizza il concetto di En-ship, ossia la sovranità, per descrivere il trasferimento del potere da Inanna a Nanna come conseguenza della ribellione.

Nelle righe conclusive dei suoi inni, Enheduanna compie qualcosa di del tutto innovativo: segnala la propria paternità dell’opera in un’epoca in cui ogni lavoro letterario era considerato anonimo.

“La compositrice della tavoletta è Enheduanna; mio signore, ciò che è stato creato nessuno lo aveva mai creato prima”.

Le sue opere esplorano i temi del potere divino, della giustizia, della sofferenza personale, dell’esilio, della restaurazione e del rapporto tra l’umanità e il divino, utilizzando una voce in prima persona e rivolgendosi spesso direttamente agli Dèi.

L’Esaltazione di Inanna

Grande regina delle regine, nata da un grembo santo per giusti poteri divini, più grande della tua stessa madre, saggia e sapiente, signora di tutte le terre straniere, forza vitale del popolo pullulante: reciterò il tuo canto santo! Vera Dea degna dei poteri divini, le tue splendide parole sono magnifiche. Dal cuore profondo, donna buona dal cuore raggiante, enumererò per te i tuoi poteri divini! Io, Enheduanna, la sacerdotessa en, sono entrata nel mio santo jipar al tuo servizio. Portai il cesto rituale e intonai il canto della gioia. Ma furono recate offerte funerarie, come se non vi avessi mai vissuto. Mi avvicinai alla luce, ma la luce era per me rovente. Mi avvicinai all’ombra, ma fui avvolta da una tempesta. La mia bocca mielata divenne velenosa. La mia capacità di placare gli animi svanì.

Oltre alla qualità devozionale della poesia, va notato che anche la matematica (già menzionata in relazione ai suoi compiti nel tempio) gioca un ruolo qui. Per esempio, si può osservare nell’Inno 16 la ripetizione del numero sette: “Eanna, casa dai sette angoli, sette fuochi accesi al calar della notte, sette fiamme del desiderio. La tua principessa è sull’orizzonte!”.
Il sette era, naturalmente, un numero importante per i Sumeri, poiché indicava sia i sette Dèi più fondamentali, sia i sette Dèi primordiali che li generarono. Nell’Inno del Tempio 42, l’elogio a Nisaba è strutturato in due serie di sette versi. Essendo il 42 l’ultimo inno della raccolta, si può persino osservare che 42 è un multiplo di 7, e questo non è l’unico esempio di schemi matematici nel lavoro di Enheduanna.

I suoi inni, naturalmente, esistevano principalmente come testi religiosi, ma esaltando Inanna e allineandola con la dinastia accadica, Enheduanna rafforzava anche la legittimità divina del regno di suo padre e promuoveva l’unità dell’impero. Gli Inni del Tempio, in particolare, possono essere considerati come un corrispettivo letterario dell’unificazione politica delle città-stato da parte di Sargon, presentando una visione di armonia religiosa e culturale, con ciascuna città e il suo Dio protettore ricevendo la propria considerazione.


LA RIBELLIONE DI LUGAL-ANE E L’ESILIO

Nonostante i suoi nobili sforzi, verso la fine della dinastia di Sargon, durante il regno di suo nipote Naram-Sin, l’Impero Accadico affrontò una diffusa ribellione da parte delle ex città-stato sumere. A Ur, un governante locale di nome Lugal-Ane prese il potere e pretese che Enheduanna, in qualità di Somma Sacerdotessa e rappresentante della dinastia sargonide, legittimasse il suo dominio. Enheduanna rifiutò, risultando nella sua espulsione dalla città e nella rimozione dall’incarico.

L’Esaltazione di Inanna

Lugal-Ane si ergeva trionfante, uscì dal tempio. Mi sentii come una rondine che si lancia attraverso una finestra - la mia vita è tutta spesa… Mi tolse la corona della Somma Sacerdotessa, donandomi invece un coltello e un pugnale. “Questi ti si addicono meglio”, disse.

Enheduanna trovò rifugio in un’altra città, forse Girsu o Lagash, ed è proprio in questo esilio che compose L’Esaltazione di Inanna. Più avanti nel testo, ella invoca Inanna affinché la ristabilisca nella sua legittima posizione e infligga giustizia ai suoi nemici:

L’Esaltazione di Inanna

“Suen, parla ad An di Lugal-Ane e del mio destino! Possa An annullarlo per me! Non appena glielo racconterai, An mi libererà. La donna toglierà il destino a Lugal-Ane; terre straniere e diluvi giacciono ai suoi piedi. Anche la donna è esaltata e può far tremare le città. Avanza, affinché lei possa raffreddare il suo cuore per me”.

Naram-Sin alla fine sedò la ribellione, e Enheduanna fu restaurata nella sua carica di Somma Sacerdotessa a Ur. La conclusione de L’Esaltazione di Inanna celebra la sua riabilitazione e il trionfo di Inanna:

L’Esaltazione di Inanna

“La potente Signora, rispettata nell’assemblea dei sovrani, ha accolto le sue offerte da parte sua. Il cuore sacro di Inanna è stato placato. La luce le è stata dolce, la gioia si è diffusa su di lei, era piena della più bella bellezza. Come la luce della luna nascente, emanava gioia. Nanna uscì per osservarla degnamente, e sua madre Ningal la benedisse. I montanti della porta la salutarono. Ogni parola rivolta alla Signora è esaltata. Lode alla distruttrice delle terre straniere, dotata di poteri divini da An, alla mia Signora avvolta nella bellezza, a Inanna!”.


LASCITO ARCHEOLOGICO

Nel 1927, l’archeologo britannico Sir Leonard Woolley scoprì un disco di alabastro nel giparu a Ur, che è diventato l’artefatto più significativo associato a Enheduanna. Il disco, dal diametro di circa 25,6 cm, raffigura una scena rituale con quattro figure, tra cui una donna con un abito a balze e un copricapo, identificata da un’iscrizione sul retro come Enheduanna, “sacerdotessa zirru, moglie del Dio Nanna, figlia di Sargon, re del mondo, nel tempio della Dea Inanna”.

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Disco di Enheduanna

La prominenza della figura di Enheduanna sul disco, il suo abbigliamento distintivo e l’iscrizione che l’accompagna testimoniano il suo alto status e l’importanza della sua carica. Il disco fornisce anche una rara prova visiva di un individuo nominato del III millennio a.E.V. Gli scavi del giparu hanno rivelato la sua funzione come residenza e centro amministrativo della sacerdotessa Entu, oltre che come cimitero per le sacerdotesse decedute. I documenti economici provenienti da Ur e da altri siti indicano che l’Entu gestiva vaste tenute agricole, sovrintendeva al personale del tempio e svolgeva un ruolo centrale nella vita religiosa ed economica della città.

Dopo il periodo babilonese antico, le opere di Enheduanna persero in parte di rilevanza, poiché il curriculum cuneiforme cambiò e il sumero cessò di essere utilizzato nell’istruzione scribale, con l’accadico che progressivamente ne prese il posto come lingua dominante per tale scopo (sebbene il sumero continuasse a essere impiegato in ambito liturgico per secoli, in modo simile al latino). Eppure, le opere di Enheduanna furono copiate e studiate per secoli dopo la sua morte. Il suo modello di preghiera supplicante e l’uso della voce in prima persona possono essere considerati come un precedente per le successive composizioni religiose e letterarie, influenzando probabilmente anche gli Inni Omerici della Grecia.

Dalla sua riscoperta nel XX secolo, Enheduanna ha ispirato nuove traduzioni, studi accademici, opere artistiche e persino onorificenze astronomiche (in modo appropriato, dato il suo ruolo di grande scrittrice, un cratere su Mercurio porta il suo nome).

Come Somma Sacerdotessa di Nanna a Ur, svolse un ruolo centrale nella consolidazione religiosa e politica dell’Impero Accadico. In quanto poetessa e innovatrice, creò opere di bellezza e potenza durature, stabilendo il precedente della paternità nominativa e dell’autobiografia. I suoi inni e le sue preghiere plasmarono la vita spirituale del suo tempo e influenzarono anche lo sviluppo della letteratura mondiale e del pensiero religioso per secoli, e forse persino per millenni.

Enheduanna
“Io, chi sono tra gli esseri viventi?”


BIBLIOGRAFIA

Enheduanna: Princess, Priestess, Poet, and Mathematician, Sarah Glaz, 2020

Enheduana and the Invention of Authorship, Sophus Helle, 2019

The Rhetoric of Origins and the Other: Reading the Ancient Figure of Enheduanna, Roberta A Binkley, 2004

https://enheduana.org/ - Fonti varie, incluse moderne traduzioni delle sue opere


CREDITO:

Arcadia [NG]
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Shaitan

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