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[Trad] Ciò che il mondo rifiutò: ...

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Sep 21, 2017
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222
Avevo pubblicato questa traduzione nel vecchio forum, e non so se è stato salvato da qualche parte.
Nel dubbio, pubblico nuovamente.

Traduzione del seguente articolo:
https://www.wintersonnenwende.com/scriptorium/english/archives/nothanks/wwr00.html

L'autore:
Dr. Friedrich Stieve (1884-1966) fu il primo storico diplomatico della Germania della prima metà del Ventesimo secolo. Ottenne il suo PhD in storia presso l'università di Heidelberg, e durante la Prima Guerra Mondiale servì come attaché della stampa al German Embassy Stockholm. Dal 1928 al 1932 servì come Ambasciatore Tedesco a Riga, Latvia. Dopodichè dal 1932 al 1939 servì come primo capo al Dipartimento di Politica Culturale del Ministero degli Esteri. Dal 1933 al 1936 fu anche Capo degli Archivi degli Archivi Politici del Ministero degli Esteri.

CIÒ CHE IL MONDO RIFIUTÒ:
LE OFFERTE DI PACE DI HITLER 1933-1939
Dr. Friedrich Stieve

[1] I nemici della Germania sostengono ancora oggi che Adolf Hitler sia il più grande disturbatore della pace mai conosciuto, un uomo che minaccia ogni nazione con attacchi improvvisi e oppressione, che ha creato una terribile macchina da guerra così da causare problemi e devastazione ovunque in Europa. Contemporaneamente, tuttavia, tali nemici nascondono intenzionalmente un fatto particolarmente rilevante: loro stessi, allora, portarono il Leader del popolo tedesco ad estrarre la spada; loro stessi lo costrinsero a ottenere con la forza ciò che lui aveva cercato di guadagnare fin dall'inizio con la persuasione: la sicurezza del suo Paese.
Lo fecero non solo dichiarandogli guerra il 3 Settembre 1939, ma anche bloccandogli passo passo, per sette anni, la via per una qualsiasi discussione pacifica.

I tentativi ripetutamente fatti da Adolf Hitler per stimolare i governi degli altri Stati a collaborare con lui alla ricostruzione dell'Europa, presentavano un modello ricorrente nella sua condotta, sin dall'inizio del suo operato, ma si rovinarono ogni volta, poiché da parte di nessun Paese c'era la buona volontà di dar loro la dovuta considerazione: lo spirito maligno della Grande Guerra prevaleva ancora ovunque, e a Londra, a Parigi e nelle capitali dei stati assoggettati alle potenze occidentali c'era solamente una intenzione fissa: perpetuare l'autorità di Versailles.

Uno sguardo veloce agli eventi più significativi fornirà, per questa dichiarazione, prove incontrovertibili:

Quando Hitler cominciò a distinguersi, la Germania era tanto in difficoltà e priva di aiuti quanto i vincitori del 1918 volevano che fosse: completamente disarmata, con un esercito di solamente 100,000 uomini, destinati unicamente a compiti di polizia, essa si trovò soffocata tra tutti gli Stati confinanti, armati fino ai denti e alleati tra loro. Ai vari nemici d’Occidente, come Gran Bretagna, Belgio e Francia, ne vennero artificialmente creati e aggiunti altri, ad Est e a Sud: in particolare Polonia e Cecoslovacchia. Un quarto della popolazione [2] tedesca fu forzatamente strappata via dalla propria madrepatria e consegnata alle potenze straniere. Il Reich, mutilato su tutti i fronti e privato di qualsiasi mezzo di difesa, poteva diventare in qualsiasi momento la vittima inerme di qualche avido vicino.

A questo punto, Hitler fece, per la prima volta, appello al buon senso delle altre potenze: il 17 Maggio 1933, pochi mesi dopo un incontro nell'ufficio del Reichskanzler (ndt. Cancelliere), pronunciò un discorso al Reichstag tedesco, dal quale è stato estratto il seguente messaggio:

"La Germania sarà disposta a sciogliere i suoi stabilimenti militari e a distruggere l’esigua quantità di armi che rimane, se i Paesi confinanti faranno la medesima cosa con ugual precisione.
[...] La Germania sarà totalmente pronta a rinunciare ad armi aggressive di ogni tipo, se le altre nazioni armate, a loro volta, distruggeranno le proprie armi aggressive entro un determinato arco di tempo, e se il loro utilizzo sarà vietato da una Convenzione internazionale.
[...] La Germania sarà sempre disposta a rinunciare ad armi offensive, se il resto del mondo farà lo stesso. La Germania è preparata ad accettare qualsiasi patto di non-aggressione, dal momento che non è intenzionata a instaurare un conflitto con nessuno, ma solamente ad acquisire sicurezza."
Non fu ricevuta alcuna risposta.
****
Senza prestare attenzione, i Paesi “occidentali” continuarono a riempire di armi i loro arsenali, ad accumulare le loro scorte di esplosivi, ad aumentare il numero dei membri dei loro eserciti. Contemporaneamente, la Società delle Nazioni, uno degli organi diplomatici in mano alle potenze vincitrici, dichiarò che la Germania avrebbe dovuto superare un periodo di "prova" prima di poter discutere sulla questione del disarmo degli altri Paesi. Il 14 Ottobre 1933, la Germania uscì da tale organizzazione, con la quale non era possibile trovare un qualsiasi accordo. Dopo qualche mese, tuttavia, il 18 Dicembre 1933, Hitler si fece nuovamente avanti con una proposta per il miglioramento delle relazioni internazionali, che includeva i seguenti punti:

1. “La Germania riceve piena parità di diritti.

2. Gli Stati armati si impegnano a non aumentare ulteriormente la quantità dei loro armamenti.

3. La Germania aderisce a codesto accordo, impegnandosi fermamente a utilizzare con moderazione la parità di diritti ad essa garantiti, in quanto non rappresenterà alcuna minaccia per la sicurezza di qualsiasi altra potenza europea.

4. Tutti gli Stati aderenti accettano determinati vincoli in merito alla conduzione della guerra, sulla base di principi umani o attraverso l'eliminazione delle armi utilizzate contro la popolazione civile.

5. Tutti gli Stati aderenti accettano di istituire un organo di controllo generale, che sorveglierà e garantirà l'osservanza di tali vincoli.

6. Le nazioni europee garantiscono il mantenimento incondizionato della pace con la firma dei patti di non-aggressione, da rinnovare dopo dieci anni”.

A seguito di questa, fu elaborata anche una richiesta di aumento dell'esercito tedesco, fino a 300,000 uomini, che corrispondeva alla forza militare considerata necessaria alla Germania per difendersi da eventuali attacchi "vista l’estensione delle sue frontiere e la grandezza degli eserciti dei Paesi confinanti". Il difensore di un accordo pacifico stava quindi cercando di adattarsi alla mancata volontà delle altre nazioni di disarmarsi, puntando a un aumento limitato degli armamenti per il proprio Paese.
Uno scambio di trattative, iniziato con questa e portato avanti per anni, giunse finalmente al termine con un improvviso e inequivocabile "no" da parte della Francia. Tale rifiuto fu inoltre accompagnato da enormi spese per il rafforzamento delle truppe militari di Francia, Gran Bretagna e Russia.

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In questo modo, la posizione della Germania divenne ancor peggiore di prima. Il pericolo era così grande che Adolf Hitler si sentì costretto ad agire: il 16 Marzo 1935, reintrodusse la coscrizione. Ma in stretta connessione a questa misura, propose ancora una volta una vasta offerta di accordi, il cui obiettivo era garantire che qualsiasi guerra futura sarebbe stata condotta su principi umani e, alla fine, per rendere tale guerra praticamente impossibile, abolendo gli armamenti distruttivi. Nel suo discorso del 21 Maggio 1935, dichiarò:
"Il governo tedesco è pronto a prender parte attivamente a tutti gli sforzi che potrebbero portare ad una limitazione concreta degli armamenti. Quest’ultima prevede un ritorno al primo principio espresso nella Convenzione della Croce Rossa di Ginevra, in quanto unico modo possibile per raggiungere l’obbiettivo. Si pensa che in un primo momento, tuttavia, ci sarà solamente la possibilità di una parziale abolizione e proibizione di armi e modalità di guerra contrari alla Convenzione della Croce Rossa di Ginevra, che è tutt'ora valida.

Come in passato fu proibito l'utilizzo dei proiettili a espansione e, complessivamente, fu prevenuto nella pratica, così l'uso di altre determinate armi dovrebbe essere altrettanto proibito ed evitato. Attualmente, il governo tedesco conosce tutte quelle armi che seminano morte e distruzione, non tanto ai soldati che combattono, ma alle donne e ai bambini, non-combattenti.

Il governo tedesco considera erronea e inefficiente l'idea di porre fine alla guerra aerea, quando il problema dei bombardamenti è ancora irrisolto. Tuttavia, ritiene possibile proscrivere l'utilizzo di certe armi, in quanto contrario alla legge internazionale, ed escludere dalla civiltà umana quelle nazioni che continueranno a servirsene, i loro diritti e le loro leggi.

Si ritiene, inoltre, che un progresso graduale sia il miglior modo per avere successo. Per esempio, si potrebbe introdurre il divieto di lanciare bombe esplosive, incendiarie e a gas al di fuori del campo di battaglia vero e proprio. Questa limitazione, successivamente, potrebbe essere estesa a un complessivo bando internazionale di tutti i bombardamenti. Ma finché le attuali modalità di bombardamento saranno concesse, nessuna limitazione del numero di aerei da bombardamento potrà essere messa in discussione, in vista della possibilità di una rapida sostituzione.

Dovesse il bombardamento di per sé essere bollato come una barbarie contraria a ogni legge internazionale, la costruzione di aerei da bombardamento sarebbe presto abbandonata, in quanto superflui e inutili. Se, infatti, con la Convenzione della Croce Rossa di Ginevra, divenne possibile prevenire l'uccisione di uomini feriti, indifesi o prigionieri, dovrebbe essere altrettanto realizzabile proibire e fermare, attraverso una Convenzione affine, il bombardamento delle popolazioni civili, indifese.

Così la Germania, nell’affrontare il problema, vedrebbe più rassicurazione e sicurezza per le nazioni che in tutti i patti di assistenza e le Convenzioni militari.

Il governo tedesco è pronto ad accettare qualsiasi limitazione che porti all'abolizione delle armi pesanti, specialmente [quelle] finalizzate all’aggressione. Tali armi sono innanzitutto l'artiglieria pesante e, in secondo luogo, i carri armati. Riguardo alle enormi fortificazioni poste sulla frontiera francese, tale abolizione internazionale delle armi pesanti darebbe ipso facto [ndt. "di conseguenza"] alla Francia una sicurezza del 100%.

La Germania si considera pronta ad accettare qualsiasi limitazione della forza-calibro dell'artiglieria, delle corazzate, degli incrociatori e delle torpediniere. Allo stesso modo, è pronta ad accettare qualsiasi limitazione internazionale per le dimensioni delle navi da guerra. Infine, è disposta ad accettare qualsiasi limitazione del tonnellaggio per i sottomarini, o la loro completa abolizione, nel caso di un accordo internazionale.

E dà ulteriore garanzia del fatto che accetterà qualsiasi limitazione internazionale o abolizione di armi per un arco di tempo determinato."

Anche in questo caso le sentenze di Hitler non ricevettero la minima risposta.
Al contrario, la Francia strinse un'alleanza con la Russia, così da confermare ulteriormente la sua preponderante influenza sul continente e aumentare in modo esponenziale la pressione sulla Germania da Est.

****

In vista delle evidenti intenzioni belliche dei suoi avversari, Hitler fu costretto a prendere nuove misure di sicurezza per la salvaguardia del Reich tedesco. Il 3 Marzo 1936, occupò la Renania, area smilitarizzata sin dalla conferenza di Versailles del 1919 e, di conseguenza, chiuse il grande cancello attraverso il quale i Paesi confinanti occidentali avrebbero potuto organizzare un'invasione. Successivamente, ancora una volta, adottò una strategia di tipo difensivo, strategia che Hitler fu obbligato ad adottare con un’ulteriore azione diplomatica allo scopo di una riconciliazione generale e per la soluzione di tutte le differenze. Il 31 Marzo 1936, egli propose il seguente piano di pace:

"1. Allo scopo di dare ai futuri accordi, garanti della pace in Europa, il carattere di trattati inviolabili, le nazioni che partecipano alle negoziazioni agiscono in assoluta parità e come membri egualmente stimati. La sola ragione convincente per firmare tali trattati può risiedere unicamente nel loro riconoscimento e nella loro ovvia praticabilità, per garantire la pace dell'Europa e, di conseguenza, la felicità sociale e la prosperità economica delle nazioni.

2. Allo scopo di accorciare i tempi di incertezza, nell'interesse economico delle nazioni europee, il governo tedesco suggerisce un limite di quattro mesi per il primo periodo fino alla firma dei patti di non-aggressione che garantiscono la pace dell'Europa.

3. Il governo tedesco assicura di non aggiungere alcun rinforzo alle truppe in Renania durante questo periodo, sempre a condizione che il governo belga e francese agiscano analogamente.

4. Il governo tedesco dà garanzia, in tale arco di tempo, di non avvicinare alle frontiere francesi e belghe le truppe attualmente stazionate in Renania.

5. Il governo tedesco propone di istituire una Commissione composta dalle due potenze garanti, Gran Bretagna e Italia, e un terzo Stato, neutrale e disinteressato, che accerti il rispetto di tale assicurazione da entrambe le parti.

6. Germania, Belgio e Francia sono incaricati di inviare alla Commissione un rappresentante ciascuno. Se uno di tali Paesi pensa, per una qualsiasi ragione, di poter apportare un cambiamento nella propria organizzazione militare, entro questo periodo di quattro mesi, ha il diritto di informare la Commissione delle proprie osservazioni.

7. Germania, Belgio e Francia si impegnano a permettere alla Commissione di fare eventuali e necessarie investigazioni, tramite addetti militari britannici e italiani e, successivamente, di riferirne gli esiti ai rispettivi governi.

8. Germania, Belgio e Francia garantiscono di tenere nella massima considerazione le obbiezioni derivanti.

9. Il governo tedesco è disposto, sulla base di un’assoluta interdipendenza con i due Stati confinanti occidentali, ad accettare qualsiasi limitazione militare sul fronte occidentale tedesco.

10. Germania, Belgio, Francia e le due Potenze garanti acconsentono ad avviare negoziazioni poste sotto il controllo inglese, da subito o, al massimo, dopo le elezioni in Francia, per la stesura di un patto venticinquennale di non-aggressione o di sicurezza tra la Francia e il Belgio da una parte, e la Germania dall'altra.

11. La Germania riconosce che Gran Bretagna e Italia devono firmare una volta in più tale patto di sicurezza, in quanto Potenze garanti.

12. Dovessero insorgere particolari richieste per fornire assistenza militare come risultato di tali accordi di sicurezza, la Germania dichiara la propria disponibilità a partecipare a tali impegni.

13. Il governo tedesco, con la presente, ribadisce la sua proposta per la stesura di un “patto d'aria” (air-pact) per integrare e consolidare questi accordi di sicurezza.

14. Il governo tedesco dichiara che, se i Paesi Bassi lo desiderano, anch’essi possono essere inclusi nel patto di sicurezza dell'Europa Occidentale.

15. Al termine di tale patto di pace, volontariamente stipulato tra Germania e Francia, come definitiva riconciliazione di una disputa secolare, le due nazioni sopracitate si impegnano a prendere provvedimenti per verificare che nell'educazione delle giovani generazioni, così come nella stampa e nei giornali tedeschi e francesi, tutto ciò che potrebbe essere pianificato per avvelenare le relazioni tra i due Stati, deve essere evitato, sia che si tratti di atteggiamento dispregiativo o sprezzante, sia di interferenze illecite negli affari interni dell'altro Paese. Si concorda, inoltre, di istituire, nella sede principale della Società delle Nazioni, a Ginevra, una Commissione mista, la cui funzione è di deporre tutte le denunce per informazioni e investigazioni ricevute dai due governi.

16. In virtù dell’intenzione di attribuire a questo accordo il carattere di un impegno sacro, Germania e Francia si impegnano a ratificarlo mediante un plebiscito.

17. La Germania si dichiara disponibile a stabilire un contatto con gli altri Stati sulle sue frontiere nord e sud orientali, così da invitarli direttamente a concludere i patti di non-aggressione già citati.

18. La Germania esprime la propria disponibilità a rientrare nella Società delle Nazioni, sia da subito, sia in seguito alla conclusione degli accordi. Contemporaneamente, il governo tedesco dichiara, come sua aspettativa che, dopo un determinato arco di tempo e attraverso negoziazioni amichevoli, la questione dell'uguaglianza dei diritti coloniali e della separazione del patto della Società delle Nazioni dai suoi fondamenti nel trattato di Versailles sarà chiarita.

19. La Germania propone di istituire una Corte Arbitrale Internazionale, responsabile per l'osservanza dei vari accordi conclusi e le cui decisioni saranno vincolanti su tutti i fronti.

Dopo la conclusione di tale grande impegno per assicurare la pace in Europa, il governo tedesco considera urgentemente necessario adoperarsi con misure pratiche affinché si metta un freno alla concorrenza illimitata degli armamenti. D’altra parte, questo si tradurrebbe non solo in un miglioramento delle posizioni economiche e finanziarie delle varie nazioni, ma soprattutto in una diminuzione della tensione psicologica.

Il governo tedesco, tuttavia, non ha fiducia nel tentativo di realizzare insediamenti universali, poiché sarebbe condannato a fallire sin dall'inizio, e quindi tale tentativo potrebbe essere proposto solo da coloro che non hanno alcun interesse a raggiungere dei risultati pratici. D'altra parte, ritiene che i negoziati svolti e i risultati ottenuti nella limitazione degli armamenti navali dovrebbero avere un effetto istruttivo e stimolante.

Il governo tedesco, perciò, propone che le future conferenze abbiano un obbiettivo chiaramente definito.

Per il momento, ritiene che il compito più importante sia quello di portare la guerra aerea nel clima (morale e umano) della protezione concessa dalla Convenzione di Ginevra ai non-combattenti e ai feriti. Inoltre, come l'uccisione di feriti indifesi e prigionieri, l'utilizzo di proiettili a espansione, o l'ingaggio della guerra sottomarina senza avvertimento sono stati proibiti o limitati attraverso delle Convenzioni internazionali, così dev’essere possibile per l'umanità civilizzata prevenire l'abuso di qualsiasi tipo di arma, senza andare contro lo scopo della guerra.

Il governo tedesco, quindi, dichiara che i compiti pratici e immediati di tale conferenza sono:

1. Proibizione di lanciare bombe a gas, velenose e incendiarie.

2. Proibizione di lanciare bombe di qualsiasi tipo su città aperte e villaggi al di fuori del raggio dell'artiglieria medio-pesante dei fronti di combattimento.

3. Proibizione del bombardamento con armi a lungo raggio in città distanti più di 20 km dal campo di battaglia.

4. Abolizione e proibizione della costruzione dei carri armati del tipo più pesante.

5. Abolizione e proibizione dell'artiglieria dal calibro più pesante.

Non appena da tali discussioni e accordi emergeranno le possibilità per un'ulteriore limitazione degli armamenti, esse dovrebbero essere prese in considerazione.

Con ciò, il governo tedesco dichiara di essere disponibile per collaborare ad ogni soluzione di questo genere, fin quando sarà valida a livello internazionale.

La Germania ritiene che, se verrà fatto anche un solo passo verso la strada per il disarmo, questo sarà di enorme importanza per le relazioni tra le nazioni, e per il recupero di fiducia, commercio e prosperità.

In accordo con il desiderio generale di riottenere condizioni economiche favorevoli, il governo tedesco è pronto, subito dopo la conclusione dei trattati politici, ad avviare uno scambio di opinioni con le altre nazioni interessate, riguardo ad eventuali problemi economici, e a fare tutto ciò che è in suo potere per migliorare la situazione economica in Europa, e mondiale, che è strettamente legata ad essa.

Si ritiene, inoltre, che il piano di pace sopracitato, ha dato il suo contributo alla ricostruzione di una nuova Europa sulle basi del rispetto reciproco e della fiducia tra gli Stati sovrani. Molte opportunità per giungere ad una pacificazione dell'Europa, per la quale la Germania spesso ha elaborato proposte negli ultimi anni, sono già state trascurate. Possa, quindi, questo ulteriore tentativo avere successo alla fine!
Il governo tedesco ha fiducia nel fatto che, presentando un simile piano di pace, si aprirà una strada in tale direzione."



Chiunque leggerà codesto piano, realizzerà in quale direzione lo sviluppo dell'Europa, secondo i desideri di Adolf Hitler, avrebbe potuto veramente procedere. In esso, era evidente la possibilità di realizzare un vero lavoro costruttivo, poteva essere un reale punto di svolta per il benessere di tutte le nazioni. Ma ancora una volta, colui che da solo si adoperò per la pace, non fu ascoltato. Solo la Gran Bretagna rispose con un documento piuttosto sprezzante, che escludeva una qualsiasi seria considerazione dei punti essenziali affrontati.
Incidentalmente, inoltre, la stessa Gran Bretagna esplicitò le sue reali intenzioni, quando si proclamò protettrice della Francia, instaurando regolarmente trattative diplomatiche tra le proprie forze militari e la Repubblica Francese, esattamente come accadde nel periodo immediatamente antecedente la Grande Guerra.

****

Non c’era più alcun dubbio, dunque, le Potenze occidentali stavano intraprendendo nuovamente il vecchio percorso verso un conflitto armato e stavano preparando un nuovo colpo contro la Germania, sebbene tutti i pensieri e gli sforzi di Hitler fossero volti a provare che intendeva rimanere al loro fianco nelle migliori condizioni possibili. Negli anni successivi fece ulteriori passi in questa direzione, dei quali un paio meritano di essere presi in esame: il 18 Giugno 1935 stipulò un Accordo Navale con la Gran Bretagna, il quale prevedeva che la marina tedesca avrebbe dovuto avere una forza pari al 35% di quella della marina britannica. Con ciò Hitler voleva dimostrare che il Reich, per usare le sue stesse parole, non aveva “né l'intenzione, né i mezzi, né la necessità,” di far insorgere rivalità sul fronte navale, poiché esse avevano già avuto una fatidica influenza nei giorni, ben noti, immediatamente prima della Grande Guerra.

In secondo luogo, ribadì alla Francia, in ogni possibile occasione, il suo desiderio di vivere in pace con essa. In parole semplici, rinunciò ripetutamente a qualsiasi rivendicazione dell'Alsazia-Lorena. Sul ritorno al Reich dei territori della Saar, come risultato del plebiscito, il 1 Marzo 1935 dichiarò:

"Auspichiamo che, attraverso questo atto di lecito risarcimento che consideriamo un ritorno di causa naturale, le relazioni tra Germania e Francia siano migliorate permanentemente. Dunque, poiché desideriamo la pace, speriamo che lo Stato franco sia pronto e disposto anch’esso a cercare la pace. Dovrebbe essere possibile, per le due grandi nazioni, unirsi insieme e collaborare per abbattere gli ostacoli che minacciano di sopraffare l'Europa."

[Adolf Hitler] Si sforzò, inoltre, per trovare un'intesa migliore con la Polonia, il paese dell’Europa orientale alleato con le Potenze occidentali, sebbene nel 1919 lo Stato avesse incorporato abusivamente milioni di tedeschi e li avesse sottoposti, da allora, alla peggior oppressione. Il 26 Gennaio 1934, concluse un patto di non-aggressione con il governo polacco, nel quale si stabiliva di “risolvere direttamente ogni questione che interessava i loro rapporti reciproci, sotto qualsiasi aspetto”.

Così, su tutti i fronti, ai piani nemici oppose la sua determinazione a preservare la pace e lottò per proteggere la Germania. Quando, tuttavia, si accorse che Londra e Parigi si stavano preparando per la guerra, ancora una volta fu obbligato a intraprendere nuove misure di difesa: il territorio nemico, come precedentemente esplicato, si era esteso enormemente con l'alleanza tra Francia e Russia. Per di più, le due nazioni si erano assicurate una via di comunicazione a sud del Reich attraverso la Cecoslovacchia, avendo [essa] concluso un trattato con la Russia, che la poneva nel ruolo di ponte tra Est e Ovest. La Cecoslovacchia, tuttavia, era comunque sotto il controllo dello Stato tedesco maggiormente esteso, quello di Boemia e Moravia, che già Bismarck aveva chiamato “cittadella d'Europa”. La minaccia alla Germania, così, assunse proporzioni veramente opprimenti.

Il genio di Hitler trovò un modo per sventare tale pericolo: le condizioni nell'Austria tedesca, che, sotto il terrore del governo Schuschnigg, si stavano dirigendo verso una guerra civile. Tali difficili condizioni gli offrirono l'opportunità di intervenire direttamente per salvare la situazione e per riportare nel Reich la nazione sorella di sud-est, che era stata condannata dalle potenze vincitrici ad assumere la forma di uno "Stato Libero" irrimediabilmente in decadenza. Così, dopo che si stabilì presso la linea di comunicazione tra Francia e Russia sopra menzionata, nello Stato misto della Cecoslovacchia prese piede un processo di dissoluzione, poiché era stata artificialmente unificata dagli elementi nazionali più diversi, al punto che fino alla liberazione dei Sudeti e alla secessione della Slovacchia, i Cechi stessi chiesero la protezione del Reich tedesco. Con questo atto, il ponte nemico fu nelle mani di Hitler che, contemporaneamente, stabilì un collegamento diretto con l'Italia, la cui alleanza era stata assicurata qualche tempo prima.

Mentre stava effettuando questa operazione strategica per la sicurezza del suo paese, Hitler si sforzò ancora e con grande fervore, per raggiungere un'intesa pacifica con le potenze occidentali. A Monaco, subito dopo la liberazione dei Sudeti tedeschi, approvata da Gran Bretagna, Francia e Italia, strinse un accordo con il Primo Ministro britannico, Neville Chamberlain, il cui contenuto era il seguente:

"Oggi abbiamo avuto un'ulteriore incontro, in seguito al quale è stato riconosciuto che la questione anglo-tedesca è di primaria importanza per i due Stati e per l'Europa.

Impegniamoci a considerare l'accordo firmato la scorsa notte e l'accordo navale anglo-tedesco un simbolo del desiderio dei nostri popoli di non muovere più guerra tra loro.

Abbiamo concluso che il metodo di consultazione è quello migliore per affrontare qualsiasi questione che possa interessare i due paesi, e siamo determinati a continuare i nostri sforzi per rimuovere possibili fonti di discordia, quindi, a contribuire per assicurare la pace in Europa."

30 Settembre 1938. Adolf Hitler, Neville Chamberlain."

****

Due mesi dopo, per volere di Hitler, il Ministro degli Esteri tedesco, Von Ribbentrop, firmò il seguente accordo con la Francia:

"H. Joachim von Ribbentrop, Ministro del Reich per gli Affari Esteri, e M. Georges Bonnet, Ministro Francese degli Affari Esteri, agendo in nome e per ordine dei loro rispettivi governi, durante la riunione tenutasi a Parigi, il 6 Dicembre 1938, si sono accordati come segue:

1. Il governo tedesco e il governo francese condividono pienamente la convinzione che relazioni pacifiche e di buon vicinato tra Germania e Francia costituiscono uno degli elementi più importanti per il consolidamento della situazione in Europa e per il mantenimento della pace su tutti fronti. I due governi, di conseguenza, utilizzeranno tutti i mezzi a loro disposizione per garantire lo scambio di relazioni diplomatiche in questa direzione.

2. I due governi riconoscono che non vi sono questioni territoriali in sospeso, e considerano definitive le frontiere delle due nazioni così come si presentano attualmente.

3. I due governi, mentre lasciano inalterate le loro specifiche relazioni con le altre potenze, sono determinati a rimanere in contatto per tutto ciò che riguarda le questioni tra Francia e Germania, e a consultarsi reciprocamente dovessero, le successive evoluzioni di tali decisioni, portare a dispute internazionali.

Con ciò, i rappresentanti dei due governi hanno firmato la presente Dichiarazione, che entra in vigore con effetto immediato.

Scritto in due documenti originali, rispettivamente in lingua francese e tedesca, a Parigi, il
6 Dicembre 1938.

Joachim von Ribbentrop,
Ministro del Reich per gli Affari Esteri

Georges Bonnet,
Ministro per gli Affari Esteri"

In base a quanto detto, si dovrebbe poter dedurre che la via per una ricostruzione collaborativa, alla quale tutte le principali potenze europee avrebbero partecipato, era libera e che gli sforzi del Fuhrer per assicurare la pace sarebbero finalmente stati ripagati con successo. Ma si verificò il contrario: Chamberlain non aveva ancora raggiunto la patria, quando chiamò per il riarmo in misure significative e ideò piani per un nuovo e grande accerchiamento della Germania. La Gran Bretagna prese il comando di tale accerchiamento dalla Francia, così da rimpiazzare la perduta Cecoslovacchia, uno stato di gran lunga meno valido. Gli inglesi, poi, aprirono trattative con la Russia, fornirono una garanzia di soccorso alla Polonia e anche a Romania, Grecia e Turchia. Questi erano segnali d'allarme della massima urgenza.

****

Ironia della sorte, proprio in questo momento, Hitler era impegnato nel tentativo di eliminare definitivamente ogni fonte di attrito con la Polonia. A questo scopo, aveva elaborato una proposta, insolitamente “generosa”, secondo la quale la “Libera citta di Danzica”, puramente tedesca, sarebbe tornata al Reich, e uno stretto passaggio, il cosiddetto Corridoio Polacco, che dal 1919 aveva assai lacerato l’area nord-orientale della Germania, avrebbe costituito una linea di comunicazione con la città separata. Tale proposta, che avrebbe assunto la forma di un patto di non-aggressione venticinquennale e avrebbe garantito alla Polonia altri vantaggi, fu indubbiamente rifiutata a Varsavia, poiché, consci del fatto che le autorità presenti erano formate dai membri più significativi del fronte comune formatosi a Londra contro la Germania, si riteneva che qualsiasi tipo di concessione, per quanto limitata, avrebbe dovuto essere rifiutata. Inoltre, con la medesima consapevolezza, la Polonia iniziò ad assumere atteggiamenti più aggressivi, minacciando Danzica e preparandosi a muovere guerra contro la Germania.

In tal modo, l’occasione per un attacco definitivo al Reich da parte dei Paesi, unitisi a questo scopo, era imminente. Hitler, con uno sforzo estremo per mantenere la pace, tentò di salvare ciò che poteva. Il 23 Agosto il ministro Ribbentrop, a Mosca, concluse con successo un patto di non-aggressione con la Russia. Due giorni dopo, fece un'ultima e notevole offerta di pace agli inglesi, dichiarandosi disponibile a "concludere accordi con la Gran Bretagna, che [...] non solo salvaguarderebbero, da parte tedesca, l'esistenza dell'Impero Britannico ma, se necessario, fornirebbero assistenza e supporto all'Impero Britannico, a prescindere dal luogo in cui essi potrebbero essere richiesti". Contemporaneamente, Hitler era preparato anche ad "accettare una ragionevole limitazione degli armamenti, in accordo con la nuova situazione politica e le nuove esigenze economiche emerse". Infine, assicurò ancora una volta che non aveva interesse nei problemi a Ovest e che "una correzione delle frontiere occidentali è fuori da ogni considerazione."
In risposta a ciò, lo stesso giorno venne firmato un patto di protezione tra Gran Bretagna e Polonia, in caso di un attacco tedesco, che rese inevitabile lo scoppio della guerra, mentre a Varsavia, venne presa la decisione di mobilitarsi immediatamente contro la Germania: i polacchi avviarono azioni violente non solo contro i tedeschi in Polonia, che per lungo tempo furono vittime di massacri spaventosi, ma anche contro i tedeschi in territorio tedesco.

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Ma dopo che Gran Bretagna e Francia avevano dichiarato la guerra tanto desiderata e la Germania aveva superato il pericolo polacco a Est grazie a una sfarzosa campagna senza paragoni, anche in questo caso Hitler alzò nuovamente la voce in nome della pace. E lo fece anche se ormai era libero di agire contro il nemico a occidente, anche se la guerra contro di lui era già stata proclamata a Londra e a Parigi con odio incommensurabile, come una sorta di Crociata. Ma in quel momento possedeva il massimo auto-controllo per proporre all’opinione pubblica di tutto il mondo un nuovo piano di pace per l'Europa, che si tradusse nel suo discorso del 6 Ottobre 1939:

"Io ritengo che il compito di gran lunga più importante sia quello di creare non solo una fede nella sicurezza dell’Europa, ma anche un senso della sicurezza in Europa.

1. Per questo, è necessario che le intenzioni delle politiche estere di ogni stato europeo, siano perfettamente chiarite. Per conto della Germania, infatti, il governo tedesco è pronto a dare una completa ed esaustiva descrizione delle intenzioni della propria politica estera; inizia, inoltre, con l'affermare che il Trattato di Versailles è oggi considerato come obsoleto, dunque, il governo del Reich, e con esso tutto il popolo tedesco, non vedono più alcuna motivazione per ulteriori revisioni del Trattato, eccetto che per la richiesta di adeguati possedimenti coloniali, giustamente dovuti al Reich, richiesta che comprende, innanzitutto, la restituzione alla nazione tedesca delle proprie colonie. Essa è basata non solo su una rivendicazione storica delle colonie, ma soprattutto sul diritto primario della Germania ad una lecita condivisione delle risorse mondiali provenienti dai materiali grezzi. Tale richiesta non vuole prendere la forma di un ultimatum, né di un atto di forza, ma di una domanda fondata sulla giustizia politica e su sani principi economici.

2. Una vera rinascita della vita economica internazionale, insieme a un'estensione degli scambi e del commercio, presuppongono una riorganizzazione del sistema economico mondiale, cioè, una totale riorganizzazione della produzione nei singoli Stati. Affinché si semplifichi lo scambio dei beni prodotti, è necessario trovare un nuovo sistema di mercato e un accordo definitivo sulle valute, in modo da rimuovere progressivamente tutti gli ostacoli presenti nelle vie del commercio.

3. Tuttavia, l’elemento più importante e indispensabile per una reale rinascita della vita economica dentro e fuori dall'Europa è stabilire una pace incondizionatamente garantita e un senso di sicurezza da parte delle singole nazioni. Tale sicurezza sarà resa possibile non solo da un sanzionamento dello status europeo, ma soprattutto dalla riduzione degli armamenti a un livello ragionevolmente ed economicamente tollerabile. Una condizione essenziale, infatti, è costituita da una definizione concisa dell'uso legittimo e dell'applicazione di alcuni armamenti più moderni che possono, in qualsiasi momento, colpire al cuore di ogni nazione e, di conseguenza, creare un permanente senso di insicurezza. Nei miei precedenti discorsi al Reichstag ho sempre elaborato proposte a tal fine, proposte che vennero ripetutamente rifiutate – probabilmente per la semplice ragione che erano state fatte da me.
Io credo, comunque, che il senso di sicurezza nazionale in Europa non ritornerà finché accordi internazionali chiari e vincolanti non avranno fornito una definizione completa del motivo per cui l'utilizzo di determinate armi è permesso o proibito.

Una volta, la Convenzione di Ginevra ebbe successo nel proibire, almeno nei paesi “civilizzati”, l'uccisione di feriti, il maltrattamento di prigionieri, la guerra contro i non-combattenti, ecc.; dunque, come fu possibile ottenere gradualmente l'osservanza universale di tale statuto, così si dovrebbe poter trovare un modo per regolare la guerra aerea, l'utilizzo di gas velenosi, di sottomarini e quant’altro, ma anche si dovrebbe trovare un modo per limitare il contrabbando, cosicché la guerra perda il suo terribile carattere di conflitto mosso contro donne e bambini e contro i non-combattenti in generale. Il crescente orrore di alcune modalità di guerra moderne porterà spontaneamente alla loro abolizione, così da diventare obsolete.

Durante la guerra contro la Polonia, mi sono sforzato di restringere il combattimento aereo su obbiettivi militari, o meglio, di combattere la resistenza in un determinato luogo. Tuttavia, dovrebbe essere sicuramente possibile emulare la Croce Rossa nella stesura di alcuni regolamenti internazionali, universalmente validi e riconosciuti. E solamente quando tale risultato sarà raggiunto, la pace potrà regnare, in particolare nel nostro continente densamente popolato, una pace che, non contaminata dal sospetto e dalla paura, costituirà l'unica condizione possibile per garantire un’autentica prosperità economica. Non credo che in Europa sia presente un solo uomo di Stato che non desideri, in cuor suo, la prosperità della sua gente. Ma un simile desiderio può essere realizzato solamente se le nazioni che vivono nel continente si impegnano a lavorare insieme. Aiutare ad assicurare tale cooperazione, deve essere lo scopo di ogni uomo che si impegna sinceramente per il futuro del proprio paese.

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, le nazioni-guida un giorno dovranno riunirsi per redigere, accettare e garantire uno statuto su basi concrete, che darà loro un senso di sicurezza, calma - in breve - pace.

La conferenza non potrebbe essere tenuta senza la più accurata preparazione o, ad esempio, senza l'esatto chiarimento di ogni questione presa in esame. Analogamente, è impossibile che una simile conferenza, che determinerebbe la sorte del continente europeo per molti anni a venire, possa analizzare le deliberazioni mentre i cannoni tuonano, o mentre gli eserciti mobilitati fanno pressione per sostenersi su di essa. Premesso che, dunque, questi problemi devono essere risolti, presto o tardi, sarebbe sicuramente più ragionevole affrontarli prima che milioni di uomini vengano mandati inutilmente verso la morte e prima che vengano distrutte proprietà del valore di miliardi di dollari.

Considerato lo stato attuale delle cose, la prosecuzione degli affari a Ovest è impensabile. Man mano che il tempo passa, saranno chiesti sacrifici crescenti. Forse arriverà il giorno in cui la Francia inizierà a bombardare e radere al suolo i ponti della Saar. L'artiglieria tedesca, in cambio, manderà in rovina Mühlhausen. La Francia rivalerà bombardando Karlsruhe, e la Germania, a sua volta, bombarderà Strasburgo. Dopodiché l'artiglieria francese farà fuoco su Friburgo, e i tedeschi su Kolmar o Schlettstadt. Sarà poi organizzata l’artiglieria a lungo raggio, da entrambe le parti la guerra colpirà sempre più a fondo e tutto ciò che non può essere raggiunto dall'artiglieria a lungo raggio, sarà distrutto per via aerea. E questo sarà alquanto interessante per certi giornalisti internazionali, molto redditizio per le fabbriche di aerei, armi, munizioni ecc., ma spaventoso e disastroso per le vittime. Questa guerra di distruzione non sarà confinata alla terra, no, si estenderà di gran lunga oltre il mare.

E la ricchezza nazionale dell'Europa verrà dispersa sotto forma di conchiglie, il vigore di ogni nazione sarà indebolito sui campi da battaglia. Un giorno, comunque, ci sarà ancora una frontiera tra Germania e Francia, ma al posto di città fiorenti ci saranno rovine e cimiteri infiniti."



La sorte di questo appello fu la stessa di tutti gli altri fatti nel nome della ragione da Adolf Hitler, nell'interesse di una vera rinascita dell'Europa. I suoi nemici non gli diedero alcuna attenzione. In questa occasione, inoltre, nessuna risposta fu mai data. Essi mantennero rigidamente l'atteggiamento che avevano assunto sin all'inizio.

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Di fronte a questa serie di fatti, c'è bisogno di ulteriori dettagli riguardo al perché si comportarono così? Loro crearono Versailles, e quando Versailles fu sul punto di collassare vollero la guerra, in modo da far seguire ad essa un Versailles ancora peggiore. I rimproveri che costoro fanno oggi ad Adolf Hitler e alla Germania, e che determinano le loro azioni, vanno rispediti al mittente. Loro sono i disturbatori della pace, loro sono quelli che meditano una violenta oppressione degli altri popoli e cercano di immergere l'Europa nella devastazione. Se non avessero agito così, tempo fa avrebbero colto la mano che era stata loro tesa, o almeno, sarebbero stati onesti nel cercare di collaborare per un nuovo ordine, così da risparmiare alle nazioni "sangue, lacrime e sudore" in eccesso.

La storia mondiale è la corte mondiale; e in questo caso, come sempre, quando prenderà la sua decisione pronuncerà un solo verdetto.
 

Al Jilwah: Chapter IV

"It is my desire that all my followers unite in a bond of unity, lest those who are without prevail against them." - Satan

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