TheHermit
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Felix Arabia
Felix Arabia – Islamic Evil
islamicevil.com
Arabia Felix
C’è una particolare terminologia che i musulmani usano per descrivere il periodo prima dell’islam. L’età di jahiliyah. Ovvero “l’età dell’ignoranza”. Il periodo prima della presunta rivelazione del Corano. Gli storici moderni (e gli apologisti dell’islam, persino quelli atei) cercheranno di descrivere l’Arabia del tempo come qualcosa di pronto per il soffio del cambiamento. Cercheranno di dire che non c’era molto e che la parola di Maometto è stata accettata a braccia aperte.
Bugie. Il profeta Maometto, persino nel testo della sua stessa glorificazione, rende apparente la vera natura della sua jihad. Non è stata la rivelazione che ha influenzato le persone dell’Arabia. Non sono stati i dialoghi stimolanti. Non è stata l’illuminazione spirituale. E certamente non fu perché erano ignoranti e privi di significato.
Maometto ebbe successo nel suo obiettivo dopo una crociata di violenza e terrore. Ancora, guardate alla loro stessa storia. Molti degli arabi che si “sottomisero” a Maometto divennero “apostati” nel momento in cui lui morì. Fu solo con le guerre d’apostasia di Abu Bakr che l’Arabia fu nuovamente portata sotto il soffocante tallone islamico.
Non importa quello che i musulmani provano a fare, l’Arabia non era, fino al loro arrivo, un posto cupo e ignorante senza nulla, che aspettava semplicemente arrivasse qualcosa di meglio.
Tempo fa i romani avevano un nome per una grande parte della penisola arabica. E questo era "Arabia Felix”. Latino per “Arabia felice”. Durante il periodo dell’antichità era un posto che commerciava i tanto desiderati incenso e cannella. Infatti la ricchezza di questa terra era così nota che la opulente “regina di Saba” si considerava provenisse da lì. Anche se questo non è altro che un mito abramitico era, come molte cose, una storia rubata con radici in fatti distorti e gli scrittori di questo mito avevano una associazione con l’Arabia felice che la radicavano in nozioni di spezie, gemme, oro e altre ricchezze.
Si dice che persino Alessandro il Grande, verso la fine della sua eredità, desiderò mandare là una spedizione. Dopo il fatto il commercio divenne comune, sia per terra che per mare. Furono combattute delle guerre per l’area, la terra cambiò di mano, le rotte commerciali vennero variamente chiuse e riaperte. Tutta questa attività da sola implicherebbe l’esistenza di una sorta di cultura fiorente.
Per citare il padre della Storia, Erodoto, da Storie (volume 3)
Non ci sono uomini che rispettano i pegni più degli arabi. Ecco come li fanno: un uomo si frappone tra i due promittenti e con una pietra affilata taglia i palmi delle mani, vicino al pollice; poi prende un pezzo di legno dal mantello di ciascuno e spalma con il loro sangue sette pietre che si trovano tra loro, invocando nel frattempo Dioniso e l'Afrodite celeste; dopo aver fatto questo, colui che ha dato il suo pegno raccomanda lo straniero (o il suo connazionale, se l'altro è uno) ai suoi amici e i suoi amici si ritengono obbligati a onorare il pegno. Non credono in altri dei se non in Dioniso e nell'Afrodite celeste e dicono di portare i capelli come Dioniso, tagliandoli intorno alla testa e rasando le tempie. Chiamano Dioniso Orotalt e Afrodite Alilat.
I musulmani proveranno a dire che i pagani erano privi di morale o integrità prima della loro “illuminazione” da mani islamiche. Senza considerare l’ipocrisia coinvolta, data la rampante violenza, gli stupri, la pedofilia e gli inganni. Sì, da una prospettiva moderna certe tradizioni che comprendono giuramenti e il taglio dei capelli possono sembrare strane, ma nel contesto dell’epoca dimostrano la stessa integrità che i musulmani cercano di negare avessero.
Più e più volte, leggendo la storia di questa terra, vedrete molti riferimenti all'abbondante ricchezza materiale e al commercio. Queste erano, sotto tutti i punti di vista, persone molto più interessate al commercio e all’allevamento che a ogni tipo di jihad.
Per citare il lavoro di Erodoto ancora una volta:
L'Arabia è l'ultima delle terre abitate verso sud ed è l'unico paese che produce incenso, mirra, cassia, cannella e laudano. Gli arabi non riescono a procurarsi nessuno di questi, tranne la mirra, senza problemi. L'incenso lo ottengono attraverso la gomma stiracea, che i Greci ottengono dai Fenici; la bruciano e ottengono così la spezia.
Avendo menzionato prima la regina di Saba bisognerebbe capire la fonte storica di questo mito, così come la corruzione dei fatti. Il regno storico, Saba, detiene un particolare punto cardine simbolico nell’islam. Come discusso in altri articoli, il termine “sabeo” è spesso considerato un sinonimo per pagano.
Nello schema dell’area che una volta era considerata Arabia, Saba era, a detta di tutti, la più ricca e fertile.
Per citare lo storico greco Strabo:
Grazie al commercio di questi aromi, i Sabei e i Gerrhaei sono diventati i più ricchi di tutte le tribù e possiedono una grande quantità di oggetti lavorati in oro e argento, come divani, treppiedi, bacini, beverini, a cui va aggiunta la costosa magnificenza delle loro case, poiché le porte, le pareti e i tetti sono ricoperti di intarsi di avorio, oro, argento e pietre preziose…
Curiosamente il vero periodo di splendore di Saba è arrivato solo dopo il periodo implicito dato dalla storia biblica di Saba, che è sistemato intorno al VII secolo a.C. Di nuovo, non bisogna essere esperti in Storia per vedere che ogni storia offerta nella religione abramitica sia folclore inaccurato.
La ricchezza e l’opulenza non implica, ovviamente, una cultura senza problemi in alcun modo (anche se la ricchezza può a volte essere correlata a un popolo benestante). Anche se va da sé che la maggior parte dei popoli politeistici erano probabilmente più morali di quelli abramitici che li hanno sostituiti, le cose non erano certamente prive di difetti nel corso dei secoli.
Perché questo ha importanza è semplice. Gli islamisti cercano spesso di affermare che il Corano è ispirato in modo unico, nato in uno spazio vuoto, che le idee di Maometto furono lasciate in eredità a lui da una ispirazione divina e dalla mano di Allah stesso.
Un'ispezione delle tradizioni di Saba, però, dipinge un quadro diverso. Facevano un pellegrinaggio alla Kaaba (che i musulmani, in modo incorretto, cercano di dire che fosse stata costruita da Abramo), facevano sette circolazioni intorno alla Kaaba in un rituale tradizionale, si lavavano abitualmente dopo aver avuto dei rapporti sessuali e altre tradizioni dette essere “islamiche”.
Questo, per la cronaca, è stato tutto confessato dallo scolaro ottomano Mahmud al-Alusi. Come il cristianesimo e i suoi rituali della messa e del battesimo, non c’è nulla di intrinsecamente unico per quanto riguardo l’islam. Non è altro che tradizioni rubate, degenerate ancora e ancora.
Anche se elementi di queste pratiche pre-islamiche possono mostrare segni di corruzione da elementi ebraici in Arabia, non significa che bisogna guardare a Saba con disprezzo. Qualsiasi errore commesso dai politeisti dell’epoca non ha niente a che fare con gli orrori dell’islam e dei suoi fratelli. Saba era, a confronto con l'assoluta mancanza di cultura che arrivò dopo, un gioiello del deserto.
Infatti, se si guarda al Corano, è palese il disprezzo che avevano per le prime città della regione. Iram, di cui si sa poco tranne la sua associazione con Zufar (cortesia del geografo romano Tolomeo di Alessandria), era un’altra città di apparente ricchezza e splendore.
C’è una particolare terminologia che i musulmani usano per descrivere il periodo prima dell’islam. L’età di jahiliyah. Ovvero “l’età dell’ignoranza”. Il periodo prima della presunta rivelazione del Corano. Gli storici moderni (e gli apologisti dell’islam, persino quelli atei) cercheranno di descrivere l’Arabia del tempo come qualcosa di pronto per il soffio del cambiamento. Cercheranno di dire che non c’era molto e che la parola di Maometto è stata accettata a braccia aperte.
Bugie. Il profeta Maometto, persino nel testo della sua stessa glorificazione, rende apparente la vera natura della sua jihad. Non è stata la rivelazione che ha influenzato le persone dell’Arabia. Non sono stati i dialoghi stimolanti. Non è stata l’illuminazione spirituale. E certamente non fu perché erano ignoranti e privi di significato.
Maometto ebbe successo nel suo obiettivo dopo una crociata di violenza e terrore. Ancora, guardate alla loro stessa storia. Molti degli arabi che si “sottomisero” a Maometto divennero “apostati” nel momento in cui lui morì. Fu solo con le guerre d’apostasia di Abu Bakr che l’Arabia fu nuovamente portata sotto il soffocante tallone islamico.
Non importa quello che i musulmani provano a fare, l’Arabia non era, fino al loro arrivo, un posto cupo e ignorante senza nulla, che aspettava semplicemente arrivasse qualcosa di meglio.
Tempo fa i romani avevano un nome per una grande parte della penisola arabica. E questo era "Arabia Felix”. Latino per “Arabia felice”. Durante il periodo dell’antichità era un posto che commerciava i tanto desiderati incenso e cannella. Infatti la ricchezza di questa terra era così nota che la opulente “regina di Saba” si considerava provenisse da lì. Anche se questo non è altro che un mito abramitico era, come molte cose, una storia rubata con radici in fatti distorti e gli scrittori di questo mito avevano una associazione con l’Arabia felice che la radicavano in nozioni di spezie, gemme, oro e altre ricchezze.
Si dice che persino Alessandro il Grande, verso la fine della sua eredità, desiderò mandare là una spedizione. Dopo il fatto il commercio divenne comune, sia per terra che per mare. Furono combattute delle guerre per l’area, la terra cambiò di mano, le rotte commerciali vennero variamente chiuse e riaperte. Tutta questa attività da sola implicherebbe l’esistenza di una sorta di cultura fiorente.
Per citare il padre della Storia, Erodoto, da Storie (volume 3)
Non ci sono uomini che rispettano i pegni più degli arabi. Ecco come li fanno: un uomo si frappone tra i due promittenti e con una pietra affilata taglia i palmi delle mani, vicino al pollice; poi prende un pezzo di legno dal mantello di ciascuno e spalma con il loro sangue sette pietre che si trovano tra loro, invocando nel frattempo Dioniso e l'Afrodite celeste; dopo aver fatto questo, colui che ha dato il suo pegno raccomanda lo straniero (o il suo connazionale, se l'altro è uno) ai suoi amici e i suoi amici si ritengono obbligati a onorare il pegno. Non credono in altri dei se non in Dioniso e nell'Afrodite celeste e dicono di portare i capelli come Dioniso, tagliandoli intorno alla testa e rasando le tempie. Chiamano Dioniso Orotalt e Afrodite Alilat.
I musulmani proveranno a dire che i pagani erano privi di morale o integrità prima della loro “illuminazione” da mani islamiche. Senza considerare l’ipocrisia coinvolta, data la rampante violenza, gli stupri, la pedofilia e gli inganni. Sì, da una prospettiva moderna certe tradizioni che comprendono giuramenti e il taglio dei capelli possono sembrare strane, ma nel contesto dell’epoca dimostrano la stessa integrità che i musulmani cercano di negare avessero.
Più e più volte, leggendo la storia di questa terra, vedrete molti riferimenti all'abbondante ricchezza materiale e al commercio. Queste erano, sotto tutti i punti di vista, persone molto più interessate al commercio e all’allevamento che a ogni tipo di jihad.
Per citare il lavoro di Erodoto ancora una volta:
L'Arabia è l'ultima delle terre abitate verso sud ed è l'unico paese che produce incenso, mirra, cassia, cannella e laudano. Gli arabi non riescono a procurarsi nessuno di questi, tranne la mirra, senza problemi. L'incenso lo ottengono attraverso la gomma stiracea, che i Greci ottengono dai Fenici; la bruciano e ottengono così la spezia.
Avendo menzionato prima la regina di Saba bisognerebbe capire la fonte storica di questo mito, così come la corruzione dei fatti. Il regno storico, Saba, detiene un particolare punto cardine simbolico nell’islam. Come discusso in altri articoli, il termine “sabeo” è spesso considerato un sinonimo per pagano.
Nello schema dell’area che una volta era considerata Arabia, Saba era, a detta di tutti, la più ricca e fertile.
Per citare lo storico greco Strabo:
Grazie al commercio di questi aromi, i Sabei e i Gerrhaei sono diventati i più ricchi di tutte le tribù e possiedono una grande quantità di oggetti lavorati in oro e argento, come divani, treppiedi, bacini, beverini, a cui va aggiunta la costosa magnificenza delle loro case, poiché le porte, le pareti e i tetti sono ricoperti di intarsi di avorio, oro, argento e pietre preziose…
Curiosamente il vero periodo di splendore di Saba è arrivato solo dopo il periodo implicito dato dalla storia biblica di Saba, che è sistemato intorno al VII secolo a.C. Di nuovo, non bisogna essere esperti in Storia per vedere che ogni storia offerta nella religione abramitica sia folclore inaccurato.
La ricchezza e l’opulenza non implica, ovviamente, una cultura senza problemi in alcun modo (anche se la ricchezza può a volte essere correlata a un popolo benestante). Anche se va da sé che la maggior parte dei popoli politeistici erano probabilmente più morali di quelli abramitici che li hanno sostituiti, le cose non erano certamente prive di difetti nel corso dei secoli.
Perché questo ha importanza è semplice. Gli islamisti cercano spesso di affermare che il Corano è ispirato in modo unico, nato in uno spazio vuoto, che le idee di Maometto furono lasciate in eredità a lui da una ispirazione divina e dalla mano di Allah stesso.
Un'ispezione delle tradizioni di Saba, però, dipinge un quadro diverso. Facevano un pellegrinaggio alla Kaaba (che i musulmani, in modo incorretto, cercano di dire che fosse stata costruita da Abramo), facevano sette circolazioni intorno alla Kaaba in un rituale tradizionale, si lavavano abitualmente dopo aver avuto dei rapporti sessuali e altre tradizioni dette essere “islamiche”.
Questo, per la cronaca, è stato tutto confessato dallo scolaro ottomano Mahmud al-Alusi. Come il cristianesimo e i suoi rituali della messa e del battesimo, non c’è nulla di intrinsecamente unico per quanto riguardo l’islam. Non è altro che tradizioni rubate, degenerate ancora e ancora.
Anche se elementi di queste pratiche pre-islamiche possono mostrare segni di corruzione da elementi ebraici in Arabia, non significa che bisogna guardare a Saba con disprezzo. Qualsiasi errore commesso dai politeisti dell’epoca non ha niente a che fare con gli orrori dell’islam e dei suoi fratelli. Saba era, a confronto con l'assoluta mancanza di cultura che arrivò dopo, un gioiello del deserto.
Infatti, se si guarda al Corano, è palese il disprezzo che avevano per le prime città della regione. Iram, di cui si sa poco tranne la sua associazione con Zufar (cortesia del geografo romano Tolomeo di Alessandria), era un’altra città di apparente ricchezza e splendore.
أَلَمْ تَرَ كَيْفَ فَعَلَ رَبُّكَ بِعَادٍ ذَاتِ الْعِمَادِ الَّتِي لَمْ يُخْلَقْ مِثْلُهَا فِي الْبِلَادِ وَثَمُودَ الَّذِينَ جَابُوا الصَّخْرَ بِالْوَادِ وَفِرْعَوْنَ ذِي الْأَوْتَادِ الَّذِينَ طَغَوْا فِي الْبِلَادِ فَأَكْثَرُوا فِيهَا الْفَسَادَ فَصَبَّ عَلَيْهِمْ رَبُّكَ سَوْطَ عَذَابٍ
Non hai visto come il tuo Signore ha trattato 'Aad, il popolo di Iram, con pilastri altissimi, il cui aspetto non era mai stato creato sulla terra? E con Thamud, che ha scavato le rocce della valle? E con Faraone, il padrone dei pali, che trasgredirono tutti nelle terre e vi fecero aumentare la corruzione. Così il tuo Signore riversò su di loro un flagello di punizione.
Corano 89:6-14
Come era tipico di YHVH/Geova/Allah, le nazioni prospere furono colpite da grandi libelli di sangue e le maledizioni si abbatterono su di loro. Si dovrebbe naturalmente supporre che questo luogo fosse, in confronto all'immoralità islamica, per lo meno un luogo retto con una forte cultura che, in un momento o nell'altro, si è sottratto alla minaccia abramitica. Probabilmente anche Sodoma e Gomorra erano luoghi del genere.
Anche se Saba, o qualsiasi altra città araba dell’epoca, avevano i loro problemi (siano essi di guerra per le risorse o pratiche sociali sub ottimali) una cosa almeno era certa. L’Arabia era, prima dell’islam, felice. Anche gli imperi più importanti del tempo, i greci e i romani, lo pensavano e la chiamavano Arabia Felix di conseguenza.
Erano abbastanza educati da avere il loro sistema di scrittura. La diga localmente famosa dell'antica città di Marib irrigava non una, ma due oasi, grazie a una rete di canali che dimostra l’ingegno nel costruire delle persone della regione.
Fino all’epoca romana (e persino potenziati grazie ad essa) i regni come quello nabateo continuarono a commerciare in misura non ridotta. Non era un popolo trattenuto dalla superstizione e dalla tirannia e creò cose bellissime, fino alla fine.
Ma quale fu la fine? È ovvio, per chiunque sia abbastanza esperto in Storia, che la caduta dell’impero romano ebbe un effetto domino su molte delle civilizzazioni vicino ai suoi confini. Tuttavia, nonostante i migliori sforzi di una Roma cristianizzata, il politeismo continuò a vivere nella penisola araba, persino nel periodo di Maometto.
Anche dopo un declino sociale, le persone si aggrapparono strette al loro politeismo. Le prediche di Maometto per i suoi primi tredici anni di vita caddero nel vuoto. Solo settanta o ottanta persone si convertirono. La maggior parte della sua tribù quraysh non lo ascoltava nemmeno e questo è tutto confessato nel materiale islamico stesso. Fu solo dopo lo spostamento dalla Mecca a Medina (conosciuta nell’islam come Hijrah).
La stessa Medina, a detta degli islamici, fu fondata dagli ebrei come protesta a Roma (anche se è possibile che questa sia un’allegoria). Non si può dire quanto di questo sia vero, ma quello che si sa è che la parola di Maometto prese lì un tono diverso. Sparì il presunto messaggero di pace, con Maometto che arrivò alla realizzazione che i pagani della sua terra natale non si sarebbero mai convertiti con una semplice discussione. No, doveva mettere una spada alla loro gola collettiva. Convertitevi o morite.
Fu a Medina che la “fratellanza” islamica nacque. I legami alla propria famiglia o cultura furono resi non importanti. La lealtà a Maometto e alla sua parola prese la precedenza assoluta. Come chiamarono questo giuramento? Serve solo una risposta per indovinare. Il giuramento di guerra.
Maometto e i suoi compari erano solo pirati della sabbia. Era una mafia, ma nel mondo di Medina. I pagani rimasti lì furono scacciati o uccisi, i pochi che rimasero furono sottoposti a una pesante tassazione, la “jizya”.
Il suo atto più spregevole doveva ancora arrivare, però. Cosa pensate che Maometto avesse da offrire ai suoi fratelli qurayshi della Mecca, ora che aveva il potere? Era pietà? Pace?
No. si è parlato in questo articolo della grande pratica di commercio di questa regione. Continuò, persino in quel periodo. Maometto e i suoi trecento degenerati colpirono una carovana sul suo ritorno dalla Siria. Gli islamisti dicono che questa fu una grande vittoria, dato che affrontarono si suppone mille avversari. In realtà Maometto mostrò la sua vera natura e commise la penultima blasfemia.
Colpi la carovana durante il mese sacro pagano della tregua. A questi uomini pagani era vietato sollevare le armi. L’amore per la loro fede costò loro tutto quanto.
Da qui si conosce già il resto della storia. Un successo causò un’era di spargimenti di sangue. La ricchezza fu depredata. Le persone si convertirono per paura. Maometto distrusse tutto quello che aveva reso bella la sua terra natia e si appropriò di quel poco che ne rimase. La Mecca sorge oggi come monumento di qualcosa di grande, contorto e contaminato da un avido pedofilo assetato di sangue.
Persino gli ebrei idioti di Medina che accolsero Maometto e gli fecero da scudo contro i suoi vecchi nemici della Mecca, quando a nessuno importava nulla di chi fosse il “profeta” o cosa avesse da dire, furono presumibilmente saccheggiati della loro ricchezza e messi da parte. Furono consumati dal loro stesso mostro, ma i pagani, come sappiamo, pagarono il prezzo più alto.
Ho sottolineato le similitudini tra alcune delle vecchie tradizioni sabane e quelle islamiche successive. Anche al limite della vita, quando fu tolto loro tutto, in molti casi il solo modo in cui molti dei pagani si convertirono fu grazie al lavaggio di cervello di Maometto che integrò elementi riconoscibili della loro religione.
Quando tutto fu detto e fatto i soli trattati di pace che Maometto stese furono quelli con gli ebrei e i cristiani. I suoi vecchi nemici pagani furono, per la maggior parte, distrutti.
E così fu la fine dell’Arabia, una volta felice. È sicuro dire, con l’islam come forza dominante da quel punto in poi, che le persone non conobbero più la felicità. Si può solo sperare che i pagani di quella che una volta era la grande Arabia avranno un giorno la loro vendetta. Almeno, i loro Dei non hanno dimenticato.
Corano 89:6-14
Come era tipico di YHVH/Geova/Allah, le nazioni prospere furono colpite da grandi libelli di sangue e le maledizioni si abbatterono su di loro. Si dovrebbe naturalmente supporre che questo luogo fosse, in confronto all'immoralità islamica, per lo meno un luogo retto con una forte cultura che, in un momento o nell'altro, si è sottratto alla minaccia abramitica. Probabilmente anche Sodoma e Gomorra erano luoghi del genere.
Anche se Saba, o qualsiasi altra città araba dell’epoca, avevano i loro problemi (siano essi di guerra per le risorse o pratiche sociali sub ottimali) una cosa almeno era certa. L’Arabia era, prima dell’islam, felice. Anche gli imperi più importanti del tempo, i greci e i romani, lo pensavano e la chiamavano Arabia Felix di conseguenza.
Erano abbastanza educati da avere il loro sistema di scrittura. La diga localmente famosa dell'antica città di Marib irrigava non una, ma due oasi, grazie a una rete di canali che dimostra l’ingegno nel costruire delle persone della regione.
Fino all’epoca romana (e persino potenziati grazie ad essa) i regni come quello nabateo continuarono a commerciare in misura non ridotta. Non era un popolo trattenuto dalla superstizione e dalla tirannia e creò cose bellissime, fino alla fine.
Ma quale fu la fine? È ovvio, per chiunque sia abbastanza esperto in Storia, che la caduta dell’impero romano ebbe un effetto domino su molte delle civilizzazioni vicino ai suoi confini. Tuttavia, nonostante i migliori sforzi di una Roma cristianizzata, il politeismo continuò a vivere nella penisola araba, persino nel periodo di Maometto.
Anche dopo un declino sociale, le persone si aggrapparono strette al loro politeismo. Le prediche di Maometto per i suoi primi tredici anni di vita caddero nel vuoto. Solo settanta o ottanta persone si convertirono. La maggior parte della sua tribù quraysh non lo ascoltava nemmeno e questo è tutto confessato nel materiale islamico stesso. Fu solo dopo lo spostamento dalla Mecca a Medina (conosciuta nell’islam come Hijrah).
La stessa Medina, a detta degli islamici, fu fondata dagli ebrei come protesta a Roma (anche se è possibile che questa sia un’allegoria). Non si può dire quanto di questo sia vero, ma quello che si sa è che la parola di Maometto prese lì un tono diverso. Sparì il presunto messaggero di pace, con Maometto che arrivò alla realizzazione che i pagani della sua terra natale non si sarebbero mai convertiti con una semplice discussione. No, doveva mettere una spada alla loro gola collettiva. Convertitevi o morite.
Fu a Medina che la “fratellanza” islamica nacque. I legami alla propria famiglia o cultura furono resi non importanti. La lealtà a Maometto e alla sua parola prese la precedenza assoluta. Come chiamarono questo giuramento? Serve solo una risposta per indovinare. Il giuramento di guerra.
Maometto e i suoi compari erano solo pirati della sabbia. Era una mafia, ma nel mondo di Medina. I pagani rimasti lì furono scacciati o uccisi, i pochi che rimasero furono sottoposti a una pesante tassazione, la “jizya”.
Il suo atto più spregevole doveva ancora arrivare, però. Cosa pensate che Maometto avesse da offrire ai suoi fratelli qurayshi della Mecca, ora che aveva il potere? Era pietà? Pace?
No. si è parlato in questo articolo della grande pratica di commercio di questa regione. Continuò, persino in quel periodo. Maometto e i suoi trecento degenerati colpirono una carovana sul suo ritorno dalla Siria. Gli islamisti dicono che questa fu una grande vittoria, dato che affrontarono si suppone mille avversari. In realtà Maometto mostrò la sua vera natura e commise la penultima blasfemia.
Colpi la carovana durante il mese sacro pagano della tregua. A questi uomini pagani era vietato sollevare le armi. L’amore per la loro fede costò loro tutto quanto.
Da qui si conosce già il resto della storia. Un successo causò un’era di spargimenti di sangue. La ricchezza fu depredata. Le persone si convertirono per paura. Maometto distrusse tutto quello che aveva reso bella la sua terra natia e si appropriò di quel poco che ne rimase. La Mecca sorge oggi come monumento di qualcosa di grande, contorto e contaminato da un avido pedofilo assetato di sangue.
Persino gli ebrei idioti di Medina che accolsero Maometto e gli fecero da scudo contro i suoi vecchi nemici della Mecca, quando a nessuno importava nulla di chi fosse il “profeta” o cosa avesse da dire, furono presumibilmente saccheggiati della loro ricchezza e messi da parte. Furono consumati dal loro stesso mostro, ma i pagani, come sappiamo, pagarono il prezzo più alto.
Ho sottolineato le similitudini tra alcune delle vecchie tradizioni sabane e quelle islamiche successive. Anche al limite della vita, quando fu tolto loro tutto, in molti casi il solo modo in cui molti dei pagani si convertirono fu grazie al lavaggio di cervello di Maometto che integrò elementi riconoscibili della loro religione.
Quando tutto fu detto e fatto i soli trattati di pace che Maometto stese furono quelli con gli ebrei e i cristiani. I suoi vecchi nemici pagani furono, per la maggior parte, distrutti.
E così fu la fine dell’Arabia, una volta felice. È sicuro dire, con l’islam come forza dominante da quel punto in poi, che le persone non conobbero più la felicità. Si può solo sperare che i pagani di quella che una volta era la grande Arabia avranno un giorno la loro vendetta. Almeno, i loro Dei non hanno dimenticato.